venerdì 30 luglio 2021

Bohemond of Taranto - Crusader and Conqueror di Dr Georgios Theotokis

 Il libro che vi presento oggi narra la vicenda umana di uno dei grandi guerrieri del Medioevo, Boemondo di Taranto. Il libro, scritto dallo storico Georgio Theotokis, è un'analisi della sua vita e delle sue imprese. 

E' interessante poichè l'analisi del personaggio protagonista del libro è compiuta sulle fonti, ovviamente, ma queste fonti sono spesso in contraddizione quando non sono scritte per puro scopo propagandistico o apologetico. E' ad esempio il caso della "Alessiade" di Anna Comnena, figlia dell'Imperatore Alessio Comneno, grande antagonista di Roberto il Guiscardo prima e di Boemondo, figlio del Guiscardo poi. Per quanto possa risultare piacevole, il testo dell'Alessiade è profondamente improntato alla denigrazione dei "Latini" (come venivano chiamati gli occidentali dai Romei o Bizantini) visti paradossalmente come infidi, ovvero la stessa accusa che veniva rivolta ai "Romei" dalle forze occidentali. Inoltre è un testo che spesso perde di vista alcuni elementi importanti della nostra storia, ovvero quella di Boemondo.Tuttavia la ricerca fatta da Theotokis è profonda ma allo stesso tempo piacevole con un particolare che ho apprezzato (avendo studiato greco) ovvero l'utilizzo nel testo delle aprole originarie del testo (ovviamente l'Alessiade). Ma Theotokis si rifà anche ad altri testi importanti sebbene nonostante l'impatto che questo formidabile personaggio, nato in Calabria a San Marco Argentano, abbia lasciato sul suo tempo, molte notizie non ci sono state trasmesse ed alcuni punti della sua vita sono oscuri. 

Per chiarire chi fosse Boemondo di Taranto (una signoria che viene attestata ma che non è presente a quanto pare in nessun testo contemporaneo) bisogna andare indietro a quel grande movimento di popolo che fu l'invasione normanna del mezzogiorno italiano , coincidente in parte con il periodo in cui i normanni conquistarono il trono d'Inghilterra con Guglielmo il "Bastardo". L'affermazione di questo popolo guerriero lasciò tracce in mezza Europa, e anche in Italia, due fratelli, Roberto il Guiscardo e il Conte Ruggero suo fratello (della famiglia degli Hauteville o Altavilla) si spartirono in pochi anni il meridione. Boemondo, figlio di Roberto, si affermò combattendo insieme al padre e si trovò in seguito alla morte di questi senza territori, dovendo sottostare al fratellastro Ruggero Borsa e allo zio Ruggero. La vita politica e militare di Boemondo però prese una piega differente quando fu indetta la Prima Crociata, evento che lo vide protagonista. 

In questo caso siamo davanti a uno dei leaders della Crociata, che per avere successo doveva però avvalersi di un vecchio nemico della famiglia Altavilla , Alessio Comneno, Imperatore di Bisanzio. Questi ottenne di far giurare i leaders della Crociata dandogli supporto ma pretendendo anche la restituzione delle terre sottratte alle forze islamiche che le avevano occupate. Chi ha dimestichezza un po' la storia di Bisanzio conosce bene il momento in cui versava l'impero dopo la sconfitta di Manzicerta, la perdita di Bari (ultimo bastione in occidente) e i torbidi che ne erano seguiti. Alessio ha la forza di ristabilire l'ordine con la sua autorevolezza. Senza dubbio è stato uno dei grandi imperatori di Costantinopoli. Tuttavia la Crociata arriva in un momento sbagliato e molti dei guerrieri, prevalentemente francesi che prendono parte alla Crociata sono personaggi poco gestibili. La diffidenza palpabile tra due mondi e due fedi (lo scisma era avvenuto nel 1054) viene esacerbata dal progresso della Crociata verso la sua meta , Gerusalemme. In questo periodo Boemondo riesce a strappare una delle grandi città di quel tempo, Antiochia, ai turchi selgiuchidi. Ne crea una principalità che rimase uno dei Regni "D'Outremer" più longevi. Qui emergono altri dissapori tra le forze occidentali e bizantine e Boemondo dopo essere stato preso prigioniero e trattenuto dai turchi per vari anni, riesce a tornare in patria dandosi  per morto e viaggiando in una bara per scappare ai controlli del suo vecchio nemico l'imperatore Alessio. Egli torna in patria per indire , con l'aiuto del Papa e di altri prelati e dignitari un'altra crociata, stavolta però contro Alessio per il suo tradimento nel non aver supportato le forze cristiane. Ma non tutto va come deve e Alessio riesce a limitare le forze di Boemondo costringendolo a venire a patti. Boemondo torna in patria e muore, venendo seppellito a Canosa di Puglia. 

Il racconto di Theotokis narra diversi aspetti di questo personaggio. Innanzitutto è una storia militare di un grande guerriero della tradizione normanna. Ma Boemondo si discosta dallo stereotipo (in realtà spesso coincidente) del guerriero occidentale rozzo e poco avvezzo all'arte militare ma solo alla semplice violenza. Boemondo dimostra grande capacità di adattamento. Inoltre Boemondo è scaltro, parla il greco, conosce il suo nemico, sia quello greco che quello selgiuchide, avendolo incontrato diverse volte. Non a caso riesce a ottenere il dominio di una grande fetta di territorio, quella che poi diventerà il Principato di Antiochia. Egli ottiene quello che non era riuscito a ottenere in patria, nel meridione italiano. Boemondo è un personaggio che oggi definiremmo "Larger than Life" e il suo epitaffio lo conferma. Da parte mia, vivendo in Calabria , a pochi chilometri da una piccola città di nome Gerace (la posso vedere dalla mia finestra in questo momento) in cui si svolsero parte delle imprese dei due fratelli Roberto il Guiscardo e il Conte Ruggero  sento Boemondo molto più vicino di un qualsiasi altro personaggio storico, e posso solo ringraziare il Dr. Georgios Theotokis per aver riportato sotto la luce dei riflettori questo grande condottiero militare.

Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: Bohemond of Taranto - Crusader and Conqueror 

Autore: Dr Georgios Theotokis

Pagine: 208

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Bohemond-of-Taranto-Crusader-and-Conqueror-Hardback/p/18728














lunedì 19 luglio 2021

Following in the Footsteps of Henry Tudor - A Historical Journey from Pembroke to Bosworth di Phil Carradice

 La Guerra delle Rose, o meglio. le Guerre delle Rose, poichè vi furono diverse fasi dello stesso conflitto con interpreti che sparirono e altri comparirono sulla scena, è forse uno dei conflitti dinastici più complicati da seguire. Però vi posso dire, da appassionato storico quale sono, che è anche uno dei più remunerativi per comprendere il periodo storico tardo medievale e rinascimentale in cui si trovava l'Inghilterra tra il 1455 e il 1485. Molte sono state le storie scritte su questo tema, molte di più le opere che hanno visto, nel ritrovamento dello scheletro di Riccardo III, un revival di interesse intorno a quello che successe nell'ultima fase del conflitto che terminò con la Battaglia di Bosworth Field nel 1485. Molto sappiamo o almeno crediamo di sapere su Riccardo III con l'opera (denigratoria a mio avviso, ma io sono ricardiano dichiarato) di Shakespeare. La sua nemesi, invece, come accade a molti "buoni" non ha ricevuto , negli ultimi secoli la stessa attenzione del suo rivale per il trono. Enrico Tudor, poi diventato Enrico VII , è stato lasciato ai margini della storia, eclissato dal suo rivale, perfetto "villain" da opera (o operetta). E soprattutto dai suoi discendenti, gli "ingombranti" Enrico VIII , Maria la Sanguinaria ed Elisabetta I.

In questo libro che vi presento oggi, pur esistendo fior di biografie (S. Chrimes) , il nostro autore, il prolifico e piacevole storico Phil Carradice, segue passo passo la vita dell'"oscuro" (relativamente) monarca, nascosto alla storia dai suoi discendenti e anche da una grossolana opera di propaganda anti riccardiana. Carradice prende subito posizione, egli è pro Enrico (a differenza di suo padre come spiega nell'introduzione) . Ed è molto onesto a dichiararlo. 

La sua biografia per tappe della vita di Enrico allo stesso tempo è piacevole e non lascia in sospeso quasi nulla, analizzando alcune situazioni critiche e confuse in modo estremamente appassionante. E' il caso ad esempio del punto in cui l'armata straniera di Enrico sbarcò in Galles con un'analisi approfondita delle varie spiagge teorizzate nei secoli. Oppure quella sull'esatto luogo della battaglia di Bosworth, che per la sua importanza capitale nella storia inglese è stato un aspetto sempre troppo oscuro e stranamente sottovalutato. Probabilmente i grandi eventi del secolo successivo posero in secondo piano l'esatto luogo della battaglia. Carradice, come molti altri storici che affrontano questo periodo si devono trovare di fronte a una base di testimonianze quantomeno dubbie, e in seguito l'inquinamento delle fonti da parte di una "damnatio memoriae" e della propaganda dei vari storici di corte, e soprattutto del grande Bardo. 

Alcuni dei punti cardine della narrazione riccardiana, a mio avviso assolutamente da considerare vengono lasciati fuori. Non c'è riferimento alla pronuncia del parlamento inglese riguardo l'illegittimità dei due figli di Edoardo IV. Qui forse traspare la vecchia leggenda nera riguardante Riccardo, che se non merita forse l'eulogia delle opere di alcuni storici di parte, meriterebbe almeno un'analisi dei fatti e non delle ipotesi. La delegittimazione dei due eredi al trono (I principi nella Torre) è un fatto che ha delle conseguenze. Ma  l'opera di Carradice, per quanto breve e agile (la serie "Following the Footsteps" di Pen&Sword è una delle più belle e interessanti della casa editrice, mescolando la forma della guida ai luoghi con la storia in volumi di poco più di 120 pagine) è onesta, e non potrebbe essere altrimenti vista la bravura dell'autore. 

Un libro che consiglio, che magari non farà cambiare idea sulla bontà di Enrico Tudor  (per me resta sempre un usurpatore con pochissima legittimazione per governare), ma che è utile per comprendere molte delle situazioni storiche e conoscere i luoghi della vita del primo regnante Tudor, spesso dimenticato e poco compreso. 

Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: Following in the Footsteps of Henry Tudor - A Historical Journey from Pembroke to Bosworth 

Autore: Phil Carradice

Pagine: 127

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Following-in-the-Footsteps-of-Henry-Tudor-Paperback/p/16534

















martedì 13 luglio 2021

Richard III in the North di M.J. Trow

 Quando si parla di Riccardo III ovviamente (e purtroppo a mio avviso) la nostra fantasia va sicuramente all'opera di Shakespeare, che ha contribuito insieme ad alcune fonti coeve e posteriori alla leggenda nera di questo re. Il ritrovamento di qualche anno fa nel parcheggio di Leicester del suo corpo, ha creato un interesse che in realtà non si era mai affievolito. Questo ha permesso a molti storici di scrivere libri e rivalutare il Re o ribadire le vecchie teorie sulla sua cattiveria e sul suo doppiogiochismo. In realtà chi scrive questa recensione non è di parte, io mi sento profondamente ricardiano, quindi chi "tifa" per i Tudor, passi oltre questa recensione. Ma valuti bene il libro che vi presento , perchè guarda all'ultimo re dei Plantageneti da un punto di vista interessante, il suo collegamento con il Nord dell'Inghilterra, che lo vide crescere ed affermarsi.

L'autore del libro, edito da Pen&Sword, è M.J. Trow, storico militare al King's College (di cui ho apprezzato un precedente libro, "The Pocket Hercules" sul Capitano Morris nella Carica di Balaklava) . Anche lui in parte , se visto dal lato tudoriano può essere etichettato come ricardiano. Ma devo anche dire che l'analisi di ogni testo e la grande cura con cui egli descrive ogni periodo della vita di Riccardo Duca di Gloucester, lo rendono a mio avviso , super partes (cosa che magari forse non si poteva dire di altri storici). 

Il libro segue , cronologicamente la vita di Riccardo attraverso i posti del nord dell'Inghilterra che ne hanno visto i primi passi e la crescita come uomo e figura di potere. Siamo alla fine del medioevo, almeno per come gli storici hanno scelto di definire questo passaggio "epocale" (nell'Europa continentale il medioevo finisce con la scoperta dell'America, in Inghilterra con la fine della Guerra delle Rose e quindi con la morte di Riccardo), quindi ogni posto è collegato a un castello, necessario elemento per dominare la zona circostante. M.J. Trow riesce a miscelare bene il racconto della vita di Riccardo con quello dei posti in cui si trova a vivere lungo il suo apprendistato prima come ultimo di una grande casata e poi pian piano, visti gli eventi con sempre maggiore potere, grazie anche alla fedeltà che dimostrò a suo fratello, il Re Edoardo IV. Proprio questo tratto caratteriale viene spesso poco illuminato dagli storici, ovvero il fatto che egli, a differenza di George , Duca di Clarence , suo fratello , ed anche in parte al re stesso, ha sempre dimostrato fedeltà alla "famiglia" e alla causa degli York. Gli storici di parte avversa ovviamente tenteranno di vedere in questo comportamento un machiavellico "Principe" ante litteram.

Il nord dell'Inghilterra ha forgiato il Riccardo che conosciamo, ed egli lo ha retribuito ampiamente, delegando a uomini di potere del nord e tramite il "Consiglio del Nord" ampie fette di potere dell'amministrazione. Se fosse vissuto più a lungo Edoardo IV, consumato a soli 40 anni, molto probabilmente avremmo visto lo stesso deleghe a Riccardo, che nel nord aveva quasi ricavato uno stato nello stato. 

Non c'è dubbio che M.J. Trow ci regala una biografia di Riccardo che analizza fatti e non dicerie o propaganda shakesperiana, e che sicuramente ci restituisce un nord centrale nella vita e nella politica dell'ultimo re plantageneto. York, città che vide nel 1461 le teste di suo padre Riccardo di York e Edmund affisse sugli spalti della porta di  Micklegate fu la città che egli amò e da cui fu riamato, tanto che alla sua morte, gli aldermen della città sfidarono la collera di Enrico Tudor, nuovo re, nel piangere la dipartita di Riccardo. Questa biografia, sebbene forse non piacerà ai partigiani della dinastia Tudor, sarà apprezzata da tutti quelli che amano la storia della Guerra delle Rose, il nord dell'Inghilterra e lo stesso Riccardo, sfortunato e malignato re. 

Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.


Titolo: Richard III in the North 

Autore: M.J. Trow

Pagine: 192

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Richard-III-in-the-North-Hardback/p/18464

















giovedì 1 luglio 2021

The Fashion Lover's Guide to Milan di Rachael Martin

 Per chi vi scrive Milano è la città dei primi passi in questa vita, quindi molto probabilmente quando ne parlo sono estremamente "di parte" . Non tutti in Italia conoscono il vero fascino di Milano, non tutti la apprezzano a 360°, completamente, poichè non è una città facile a concedersi all'osservatore distratto o anche a chi vi abita o vi si reca per lavorarci e basta. Certamente molte persone la conoscono per il lavoro , come capitale "economica" d'Italia, per lo shopping e per la moda e le sue grandi case di abbigliamento e moda che sono nate o che hanno come centro questa città del nord. 

E' proprio su questo punto che verte il libro di oggi, che vi presento con grande piacere. "The Fashion Lover's Guide to Milan" è un libro , scritto da Rachael Martin, per la casa editrice WhiteOwl Books. Rachael è una profonda conoscitrice di Milano e della moda, e molte delle cose contenute nel libro erano sconosciute anche a me che sono cresciuto e ho passato la maggior parte dei miei anni a Milano. 

L'attenzione è certamente focalizzata sulla moda, qualcosa che si è affermato negli anni con una specie di stratificazione, portando Milano a competere con Parigi per diventare la capitale della moda. A questo hanno certamente contribuito le grandi firme nate e stabilitesi a Milano, che hanno creato una sorta di rete e reso ancora più prestigiosa questa antica città conosciuta soprattutto come motore del paese e prima come città rinascimentale che ha visto passeggiare per le sue strade anche il genio Leonardo Da Vinci. 

Il libro ovviamente impostato come una guida è anche e soprattutto un libro fotografico che riesce a restituire l'atmosfera della Milano antica e moderna. Questa città più di tutte in Italia è riuscita a fondere la sua antichità e la sua architettura medievale (in realtà limitata a pochi quartieri centrali) con quello che è venuto dopo, e specie negli ultimi decenni il suo skyline è cambiato , soprattutto nella zona di Corso Como, Corso Garibaldi e Porta Nuova. Proprio a questa zona è dedicato il Capitolo 6 del libro. In questo caso non siamo esattamente nel centro esatto di Milano, ma in una delle zone che più fanno risaltare il contrasto tra il nuovo, rappresentato dal moderno skyline creato nell'ultimo decennio e la Vecchia Milano, rappresentata da Corso Garibaldi, strada che si snoda fino al centro. Qui risalta Piazza Gae Aulenti, nome di un famoso architetto, e si può dire che buona parte della movida si svolga proprio qui, tra Corso Como e Corso Garibaldi. Chi vi scrive ricorda ancora una Corso Como semplice che poteva enumerare tra i suoi palazzi ortolani, negozi di alimentari, officine. Negli anni '90 questo luogo invece è stato trasformato in una strada di soli locali dove il fine settimana e non solo è sempre animata dai giovani. La trasformazione non è stata senza scontri, poichè ad esempio Eataly, il noto ristorante si è collocato dove una volta c'era il famoso Teatro Smeraldo. Anche questa è una zona di moda, spingendosi verso Corso Garibaldi e Brera, ma spicca soprattutto "10 Corso Como" , Concept Store, Libreria e Galleria d'Arte che è un punto fermo per lo shopping. 

Ho scelto particolarmente il Capitolo 6 perchè descrive la zona della mia infanzia, dove sono cresciuto, ma ovviamente il centro, per quanto riguarda la moda la fa da padrone. Il "Quadrilatero della Moda", le quattro vie che rappresentano il centro dello shopping milanese a un passo dal Duomo (la cattedrale di Milano e il centro esatto della città). E' ovvio che il centro possa rappresentare il massimo e il must per ogni appassionato di moda che voglia comprare nei negozi dei maggiori brands...Non c'è dubbio che la parte meno economica per fare shopping sia certamente il centro cittadino, il quadrilatero della moda e il quartiere di Brera (dove c'è il famoso museo d'arte). Tuttavia Rachael Martin ha una conoscenza enciclopedica di Milano e dei suoi negozi di moda e questo traspare certamente dalla sua guida. Molti sono i piccoli negozi e quelli di abbigliamento "vintage" che vengono descritti. Questi offrono la possibilità di mediare tra le varie tendenze della moda, non piegandosi al semplice consumismo ma ricercando capi di varia fattura e brand che magari sono in offerta. 

Un altro aspetto che colpisce della guida è l'attenzione di Rachael per l'aspetto culturale. Sono ovviamente incluse le bellezze architettoniche e i monumenti di interesse presenti nelle varie zone elencate, ma un aspetto non viene trascurato della cultura italiana: l'amore per il cibo. In ogni capitolo vengono segnalati i migliori locali e ristoranti a seconda anche del momento in cui si vuol mangiare, ci sono locali che offrono pasti completi e altri che sono specializzati in aperitivi , oppure consumazioni "volanti". Anche in questo caso, la scelta di Rachael non fa che incuriosire con una breve ma quanto mai esaustiva descrizione di ogni esercizio. 

Mi fa piacere che siano state incluse due zone molto particolari , che non potranno non affascinare il turista che vi si inoltra. Queste sono Via Paolo Sarpi e il quartiere noto come Lambrate. La prima , Via Paolo Sarpi è la via che si può definire la "Chinatown" di Milano. E' molto affascinante percorrerla soprattutto nei periodi delle varie feste del Capodanno Cinese. Ma non è solo una via di negozi cinesi come dimostra appunto Rachael indicando alcuni boutique. Lambrate invece forse non ha tutti questi collegamenti con l'alta moda, ma è soprattutto un posto molto speciale, poichè in realtà era una volta staccato da Milano e conserva anche ora l'aspetto di un grande paese. Tuttavia vi sono aspetti che lo rendono affascinante per il turista e per l'appassionato. Infatti la "settimana del Design" si svolge qui e qualcuno , come rileva Rachael , ha paragonato Lambrate, una volta zona industriale di Milano (qui si produceva la famosa moto "Lambretta") , a Brooklyn e devo dire che il paragone è molto calzante. 

Rachael Martin ci regala una delle ottime guide della casa editrice WhiteOwl. Lo fa parlando di Milano, una città che amo, ma che spesso in Italia non è compresa o apprezzata. Rachael riesce ad apprezzare gli angoli nascosti di questa città usando la chiave della Moda, che ha reso famosa la città nel mondo. Lo stile della guida è perfetto con capitoli chiari e tanti spunti per fare shopping, per deliziare gli occhi con le bellezze di una città dalle grandi qualità artistiche e architettoniche dove diversi periodi e stili si sono fusi. E senza dubbio, come scritto apprezza e conosce perfettamente lo spirito italiano (e quello milanese) che riesce a trasmettere attraverso le descrizioni dei personaggi della moda, dei negozi, dei posti da visitare e anche dei posti dove gustare del buon cibo. Io, quasi milanese (sono nato a Trieste e trasferito a Milano a 1 anno) ho apprezzato enormemente questa guida, non ho dubbi che anche i lettori del resto del mondo lo faranno! 

Titolo: The Fashion Lover's Guide to Milan 

Autore: Rachael Martin 

Pagine: 192

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/The-Fashion-Lovers-Guide-to-Milan-Paperback/p/17843