domenica 27 ottobre 2019

Life in Medieval Europe - Fact and Fiction di Danièle Cybulskie

La serie "Fact and Fiction" edita da Pen&Sword oggi ci porta nel medioevo insieme alla scrittrice Danièle Cybulskie. Essendo una studiosa di letteratura medievale il suo libro si avvale delle fonti più autorevoli per smentire molti dei falsi miti sul medioevo, l'età di mezzo tra l'antichità e l'epoca moderna. Nato dalle elaborazioni di storici  posteriori, per comodità di classificazione, il medioevo che spesso viene visto come un unicum, un lungo oscuro periodo di regresso culturale, morale, scientifico, è invece stato oggetto di cattiva, cattivissima stampa. Molto probabilmente per sancire le differenze prima con il "rinascimento" , il periodo che vide il rifiorire di arti e cultura ispirate all'epoca antica e classica, e poi con l'epoca moderna e illuministica, il medioevo fu trattato dagli storici come un periodo di imbarbarimento della società occidentale. Questo lungo periodo nella catalogazione degli storici (sulla data di inizio credo si concordi per la Caduta dell'Impero Romano d'Occidente e deposizione dell'ultimo imperatore di quella parte dell'Impero , Romolo Augustolo - 476) che va appunto dal 476 fino al 1492 (o giù di lì, credo che per l'Inghilterra si conti come fine del medioevo il 1485 con la nuova dinastia Tudor) non è quella continua decadenza che si vuole far credere e attraverso una serie di temi e argomenti, Danièle Cybulskie ci fa conoscere alcune verità e smentisce molti falsi miti, primo fra tutti quello tanto incredibile quanto creduto vero dello "Ius Primae Noctis", ovvero il diritto del feudatario o del nobile di dormire la prima notte con la nuova moglie del suo sottoposto. Questo "mito" reso famoso dalla scena del film Braveheart (e di molte altri film) è una invenzione completa.  Il libro che affronta una serie di argomenti suddivisi poi in vere e proprie domande è composto da 7 capitoli che sono:
A Dirty Little Secret: dove si affronta il tema dell'igiene personale. Scopriremo che nel medioevo ci si lavava sicuramente molto di più che nei contesti urbani di qualche secolo dopo (Luigi XIV ne sa qualcosa).
Farming, Fasting, Feasting: che si occupa di diete, cibarie e festeggiamenti.Anche nel medioevo esisteva un'etichetta e un galateo a tavola!
The Art of Love: cosa sappiamo dell'amore nel medioevo? E del trattamento dei figli, dell'affetto verso i propri cari in un periodo in cui la morte per malattia poteva troncare anche le vite più giovani?
Nasty and Brutish: Giustizia e Guerra...erano le pene davvero così insensate, draconiane o solamente crudeli? Anche qui scopriremo delle cose abbastanza diverse dalla nostra percezione. E la guerra? Lo sapevate che le balestre furono proibite da un Papa nelle guerre tra cristiani (ma ovviamente tutti continuarono a usarle) per quanto erano letali?
The Age of Faith: il medioevo è stata l'epoca in cui in nome della Fede si è fatto di tutto...ma è solo questo quello che sappiamo?
In Sickness and in Health: Morte Nera e sanguisughe...ma è tutta qui la storia della medicina e delle malattie nel medioevo?
Couture, Competition and Courtly Love: il medioevo è anche l'epoca dei tornei, della poesia d'amore, dei menestrelli e della moda sgargiante. Ma sappiamo davvero tutto?
Che dire di più? Danièle Cybulskie riesce in 138 pagine a smentire molti dei falsi miti sul medioevo e a fornire tante altre notizie che molti non conoscono. Per chi vuole indagare maggiormente su alcuni temi c'è una nutrita bibliografia da cui attingere più delle note per ogni capitolo. Il Medioevo dopo aver letto questo breve ma interessante libro vi sembrerà molto più interessante di quanto abbiate mai pensato!
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: Life in Medieval Europe - Fact and Fiction
Autore: Danièle Cybulskie
Pagine: 138
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Life-in-Medieval-Europe-Paperback/p/16524












martedì 22 ottobre 2019

1545: Who Sank the Mary Rose? di Peter Marsden

Spesso quando si parla di un ritrovamento archeologico si abusa del termine "Nuova Pompei", lo si può leggere nei titoli dei giornali, anche di quelli specialistici, e come si vuol dimostrare lo si usa a sproposito. Nel definire Pompei, spesso si dimentica che la sua distruzione è stata subitanea, conservando per quasi 2000 anni oggetti, ambienti e persone nel momento della propria fine e della rimozione dal mondo visibile. Se oggi uso questo lungo paragone per parlarvi della Mary Rose, la nave varata sotto il regno del formidabile (e terribile) Enrico VIII invece non esagero. Quando quel giorno di luglio del 1545, durante le ultime ore di un giorno di battaglia inconcludente tra la flotta inglese comandata da Lord Lisle e quella francese dell'ammiraglio D'Annebault, per un caso possiamo dire "fortuito", la Mary Rose comandata da George Carew si inabissò in pochissimi minuti. Tutto si cristallizzò, almeno in parte, come nel momento dell'affondamento. Marinai, soldati, animali di bordo (il cane Hatch!), lo stesso Carew restarono nelle loro posizioni (o quasi) presunte per circa 450 anni sul fondo del Solent. Come in una piccola Pompei sottomarina.
In questo bel libro scritto da Peter Marsden, archeologo di grande fama, per la casa editrice di temi navali "Seaforth Publishing" facciamo un viaggio nel tempo alla scoperta di questa nave, anello di congiunzione tra la navigazione e le tipologie di navi medioevali e rinascimentali e quelle che invece domineranno i mari per i secoli a venire quasi fino all'avvento del vapore. La Mary Rose, costruita insieme alla Peter Pomegranate nel 1509-1510 fu una nave molto attiva negli anni delle guerre di Enrico VIII. Rimodernata nel 1536 (sempre insieme alla sua gemella) venne a dotarsi di un maggior numero di cannoni anti-nave, evento che molto probabilmente ne sbilanciò la stabilità. Il libro di Marsden ci racconta con un ampio respiro le prime azioni di guerra nel 1512-1514 e poi la Seconda Guerra Francese del 1522 fino a giungere alla modernizzazione del 1536 e agli eventi che ne decretarono la fine. Il bilanciamento tra storia vera e propria e ricerca archeologica è sempre ottimale e le discussioni sulle varie caratteristiche tecniche e strutturali della nave, un "caracco" da battaglia, non risultano pesanti. Anzi, devo dire che il momento in cui la nave si inabissa (narrato giustamente in modo veloce perchè veloce fu l'inabissamento, non pensate ad una scena alla Titanic) è il momento in cui la nostra nave esce dai libri di storia e diventa quasi leggendaria.
E' giusto inquadrare il momento storico: siamo alla metà del 1500, l'Inghilterra si affaccia sul mondo come potenza navale , status che otterrà compiutamente sotto la figlia di Enrico VIII, Elisabetta I. Ovviamente la Mary Rose è un asset che è costato molto alla corona e si vagliano da subito tentativi di recupero condotti dagli esperti veneziani. Tuttavia la tecnologia dell'epoca, il peso della nave e altri fattori fanno si che l'impresa non riesca e della Mary Rose si perde anche la memoria fino al 1836 quando durante la pesca alcuni marinai rimasero incagliati con le loro reti. Dei sommozzatori professionisti furono chiamati a disincagliare la rete e finalmente dopo 300 anni fu vista di nuovo la Mary Rose. Il resto è storia quasi recente con lo sforzo di una serie di persone, prima fra tutte Alexander McKee che videro il sogno di far riemergere la nave perduta diventare realtà nell'ottobre del 1982.
Il libro come scritto è diviso equamente nel racconto della Mary Rose durante il suo trentennale servizio nella marina inglese e nel suo ruolo di "capsula del tempo" utile sia agli studiosi dell'epoca Tudor, sia a quelli di un'epoca appena precedente. Questa è infatti la caratteristica della nave, che fa da ponte tra due epoche, e anche tra diversi tattiche navali e di combattimento. Se infatti prima, durante le battaglie navali medievali, l'intento delle parti combattenti era quello di "arrivare alle mani" con i marinai e soldati della nave avversa, in primis con armi da lancio (archi o balestre) , poi con il contatto corpo a corpo e le armi bianche e in seguito con primitive armi da fuoco anti personale, nell'epoca della Mary Rose l'enfasi si sposta sull'affondamento della nave avversaria con cannoni che possano sfondare lo scafo nemico. Infatti una delle caratteristiche del rimodernamento del 1536 è appunto l'aggiunta, su ordine del re Enrico, di un maggio numero di cannoni anti nave. Il risultato, dalle poche fonti iconografiche (l'"Anthony Roll") , per chi è abituato alle linee delle navi degli anni che verranno dopo, può risultare quasi surreale, come guardare dei grattacieli muniti di bocche da fuoco posizionati sull'acqua.
Il libro presenta tutte queste fonti iconografiche e aggiunge una numerosa serie di diagrammi (utilissimi per comprendere la suddivisione della nave , conservata purtroppo solo nella sua parte di tribordo) e fotografie. Ma non finisce qui: infatti l'aspetto umano riceve un trattamento molto attento, dato che vengono esaminati nel testo e in appendice tutti gli scheletri dell'equipaggio (numerati ed elencati come FCS "Full Complete Skeleton") in relazione ai posti che occupavano, alle analisi delle loro ossa (che ci possono dare un quadro abbastanza credibile di quali mansioni svolgevano sulla nave) fino ai loro denti che possono rivelarci da dove provenivano. Vengono esaminati i numerosi oggetti di vestiario e non che sono stati ritrovati sui vari ponti della nave e che possono ricondurre alla professione o mansione del loro proprietario. La Mary Rose offre un modello anche per conoscere i vari armamenti della metà del 1500, oltre ai cannoni infatti moltissime armi da taglio e archi sono stati trovati pressochè integri.
Il libro nel titolo pone una domanda, e l'autore risponderà anche a quella domanda, a cui non posso rispondere io per non rivelarvi troppo. Non c'è da fare altro che usare questo libro come una macchina del tempo e tornare a quelle ore finali del 19 luglio 1545, non ve ne pentirete.
Un grazie di cuore a Seaforth Publishing per avermi concesso il libro per la recensione.

Titolo: 1545: Who Sank the Mary Rose?
Autore: Peter Marsden
Pagine: 300
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/1545-Who-Sank-the-Mary-Rose-Hardback/p/16156






















venerdì 11 ottobre 2019

Roman Emperor Zeno - The perils of power politics in fifth century Constantinople di Peter Crawford

Sin da quando lessi per la prima volta la magistrale trilogia dedicata a Bisanzio di John Julius Norwich, rimasi affascinato da quella storia che sembrava sfidare ogni sceneggiatura di serie fantasy. Intrighi, colpi di stato, efferati omicidi, torture, sesso, guerre e pestilenze, spesso concentrate nel regno di un solo imperatore. E questo per più di 1000 anni! Il materiale per creare un nuovo "Trono di Spade" è lì , per chi abbia il coraggio e la voglia di andarselo a cercare. Per me, come detto, fu subito amore, appassionarsi alle vicende di quella corte in cui si fondevano diritto latino, spiritualità orientale, lingua greca e spesso barbarie proveniente dal profondo dell'Asia o del nord.
Nel libro che recensisco oggi, opera di Peter Crawford per la casa editrice Pen&Sword, si esamina la vita di uno dei primi imperatori di Bisanzio, nel relativamente lungo impero che vide la fine solo nel 1453. Zenone infatti ha come caratteristica eminentemente cronologica di essere l'imperatore orientale al potere quando cadeva l'impero d'occidente e l'ultimo suo imperatore, Romolo Augustolo veniva deposto. Questa figura di imperatore, stretta tra le più grandi figure di Costantino il Grande e i suoi successori , a lui anteriori, e il grande Giustiniano, suo posteriore, non ha ricevuto forse l'attenzione che meritava. Tuttavia Crawford con questo libro gli rende giustizia, perchè il regno e la storia, anche personale (per quel che ci è dato sapere dalle fonti storiche) di questo imperatore sono, appunto, degni di un romanzo.
Nato in una regione nota come Isauria, oggi parte della moderna Turchia, egli era frutto di una razza di montanari spesso definiti "barbari interni" utilizzati dal potere per le loro indubbie qualità marziali.
Arrivato a corte sotto l'imperatore Leone (passato alla storia come "Makelles", il macellaio), in una corte dominata dall'alano Aspar (che aveva messo sul trono lo stesso Leone), si trovò presto in rotta di collisione con questo generale barbaro. Consegnando e leggendo davanti a corte e senato una lettera del figlio di Aspar , Ardaburio, che era in combutta con le forze sasanidi che invitava a invadere l'impero, piano piano Tarasikodissa, che convenientemente cambiò il nome nel più greco (e pronunciabile) Zenone  si fece strada nelle maglie del potere fino a garantirsi la mano della figlia dell'imperatore, Ariadne (a cui ambiva anche Aspar per suo figlio).  Da qui la storia per lui è in discesa fino a garantirgli il trono (anche se questo era stato lasciato dal vecchio Leone al piccolo Leone, figlio di Zenone e Ariadne, morto a pochi anni) . Zenone durante il suo regno deve subire una usurpazione da parte dell'inetto Basilisco, cognato di Leone, e vide a più riprese lotte per il potere e rivolte, però regnando per un periodo relativamente lungo per gli standard bizantini (dal 474 al 491, con solo la pausa dell'usurpatore Basilisco, durata un anno).
Zenone può fornire un esempio di quello che poteva essere il potere dei primi secoli di Costantinopoli come centro di potere, in cui tutta una serie di forze lottavano strenuamente per imporre la propria linea politica o religiosa. Il "cast" di personaggi offre una infinità varietà di personalità in lotta ognuna per un obiettivo, in lotta per il potere.
Crawford analizza molto bene tutte le fonti mettendo ordine spesso tra la cronologia un po' confusa dei vari storici (che spesso scrivevano decenni, se non secoli dopo e la cui affidabilità va vagliata caso per caso)  e la lettura al di là dell'orientarsi tra nomi spesso simili o popoli che non si capisce bene da dove spuntino risulta piacevole e appassionante.
Si, Zenone meritava questa biografia che è anche uno sguardo su un passato e una cultura spesso malcompresa , ostracizzata o snobbata dagli storici. Forse non fu un grandissimo imperatore, degno di apparire nel pantheon dei più grandi tra i "Romaioi" (non chiamateli mai bizantini!)  e i suoi ultimi anni macchiarono la sua reputazione (non l'eliminazione di molte figure che si ribellarono contro di lui) ma era l'uomo che richiedevano i tempi, e assolse il suo compito pur lasciando aperte molte questioni di grande importanza (prime tra tutte quelle religiose, non risolte dal documento denominato Henoticon) .

Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: Roman Emperor Zeno - The perils of power politics in fifth century Constantinople
Autore: Peter Crawford
Pagine:357
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Roman-Emperor-Zeno-Hardback/p/15995











martedì 8 ottobre 2019

Siege Warfare during the Hundred Years War - Once More Unto The Breach di Peter Hoskins

"Once more unto the breach, dear friends, once more;
Or close the wall up with our English dead.
In peace there's nothing so becomes a man
As modest stillness and humility:
But when the blast of war blows in our ears,
Then imitate the action of the tiger;
Stiffen the sinews, summon up the blood,
Disguise fair nature with hard-favour'd rage;
Then lend the eye a terrible aspect;
Let pry through the portage of the head
Like the brass cannon; let the brow o'erwhelm it
As fearfully as doth a galled rock
O'erhang and jutty his confounded base,
Swill'd with the wild and wasteful ocean.
Now set the teeth and stretch the nostril wide,
Hold hard the breath and bend up every spirit
To his full height. On, on, you noblest English.
Whose blood is fet from fathers of war-proof!
Fathers that, like so many Alexanders,
Have in these parts from morn till even fought
And sheathed their swords for lack of argument:
Dishonour not your mothers; now attest
That those whom you call'd fathers did beget you.
Be copy now to men of grosser blood,
And teach them how to war. And you, good yeoman,
Whose limbs were made in England, show us here
The mettle of your pasture; let us swear
That you are worth your breeding; which I doubt not;
For there is none of you so mean and base,
That hath not noble lustre in your eyes.
I see you stand like greyhounds in the slips,
Straining upon the start. The game's afoot:
Follow your spirit, and upon this charge
Cry 'God for Harry, England, and Saint George!"

   Questo è il testo dell'Enrico V , Atto III° , Scena Ia, che si svolge davanti alle mura di Harfleur, la piccola ma importante cittadina normanna nei cui pressi l'armata di quel giovane ma deciso e valorosoe re che fu Enrico V era sbarcata. Perchè iniziare con Shakespeare? Perchè quando pensiamo alla Guerra dei Cent'anni, il lungo conflitto tra Francia e Inghilterra che si svolse tra il 1337 e il 1453, con varie interruzioni, pensiamo alle opere di Shakespeare, e se pensiamo ad un assedio ci viene in mente questo bellissimo brano dell'Enrico V. E infatti l'autore del libro che recensisco oggi pone la frase più famosa "Once more unto the breach" sul frontespizio del proprio libro, edito da Pen&Sword. Peter Hoskins avendo trattato in precedenti libri lo stesso conflitto può essere definito un esperto della materia e oggi ci presenta questo bel libro che tratta degli assedi verificatisi durante quel conflitto lungo più di 100 anni. Certo, direte voi, se pensiamo alla guerra in se' , tre battaglie campalivengono in mente: Crecy (1346), Poitiers (1356) e Azincourt (1415). Tuttavia la gran parte degli scontri tra i due eserciti si verificò in occasione di assedi, più o meno importanti. E non solo, perchè nell'ambito della guerra viene spesso dimenticato il contributo dei Borgognoni, alleati degli inglesi , che grazie ai loro formidabili duchi , posero una spina nel fianco dello stato francese. Il libro è diviso molto nettamente tra una prima parte dedicata alle origini della guerra, alla tipologia di conflitto rappresentata dalla guerra d'assedio e alle tecniche d'assedio e di difesa. Con questa prima parte, anche chi non è familiare con questo tema e con la storia del conflitto riesce a recuperare e apprezzare profondamente le parti centrali del libro che sono dedicate alle diverse fasi di questo lungo scontro tra nazioni.
    La canonica divisione della guerra in sei fasi poi viene usata per elencare tutti gli assedi, in ordine cronologico e con un esauriente riassunto delle varie operazioni di assedio e dell'esito stesso dello scontro. Quindi abbiamo: 

    The English Ascendancy 1337-1360 
    in cui vengono descritte le prime fasi del conflitto fino alla pace di Bretigny. In questa fase gli inglesi hanno la meglio con le due battaglie decisive di Crecy e Poitiers, quest'ultima vedrà addirittura la cattura del re francese. In questa fase abbiamo 9 assedi.
    
    The French Recovery 1369-1389
    Il nuovo re francese Carlo V evita battaglie campali grazie anche all'aiuto del formidabile Bertrand Du Guesclin. In questa fase i francesi riescono a sottrarre terreno agli inglesi con sistematici assedi. Vengono elencati 15 assedi.

    From Harfleur to the death of Henry V 1415-1422
    La parte forse più conosciuta della guerra con una serie di successi dopo la battaglia di Azincourt. Gli assedi sono 11.

    From the death of Henry V to the siege of Orleans 1422-1429
    In questa fase di stallo il fratello del re defunto, il Duca di Bedford si trovò ad affrontare una serie di problemi. Gli assedi elencati sono 10. 

    From Orleans to the Truce of Tours 1422-1444
    Un altro dei personaggi più famosi della Guerra arriva sul palcoscenico: Giovanna d'Arco, la Pulzella di Orleans. Questa fase vede la rivincita delle armate francesi grazie anche al discontento tra i sudditi normanni e francesi che risiedevano ora in territorio inglese. Gli assedi sono 22.
    
    The expulsion of the English from France 1449-1453
    L'erosione del territorio occupato dagli inglesi continua, ormai il dominio è ridotto a parti dell'Aquitania, del Maine e della Normandia oltre alla città di Calais (che resterà inglese per un altro secolo), la battaglia di Castillon segnerà la definitiva espulsione degli inglesi dai possedimenti di Francia. In questa fase sono elencati 17 assedi. 

    Il libro è un ottimo compendio di tutti gli assedi di questa lunga guerra, e sebbene non rappresenti una storia completa (per questo si rimanda ad altri testi) tuttavia coglie uno degli aspetti essenziali di quel conflitto, che fu caratterizzato maggiormente da assedi e scontri sotto le mura di città piccole e grandi. Ho molto apprezzato la suddivisione pratica del testo e la grande chiarezza nella descrizione di ogni assedio, cui è dedicato uno spazio proprzionale all'importanza dello scontro. Per gli assedi più importanti sono presenti delle ottime mappe. E alla fine del libro troviamo uno schema che riassume tutti gli assedi con i vari risultati rispetto all'assedio e alla città (Abbandonato, Rilevato, Preso d'assalto, Si è arreso o ha contrattato una resa). 
    Un ottimo libro che non può mancare nella biblioteca degli appassionati di guerra medievale. 
    Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.  

    Titolo: Siege Warfare during the Hundred Years War - Once More Unto The      Breach 
    Autore: Peter Hoskins
    Pagine: 234