mercoledì 27 novembre 2019

A Date with the Hangman - A History of Capital Punishment in Britain di Gary Dobbs

Il libro che vi presento oggi tratta di un argomento differente rispetto ai soliti trattati dalla pagina. La pena di morte per secoli è stata la massima pena che si potesse infliggere per un crimine in Europa e altrove. Oggi nel libro edito da Pen&Sword History e scritto da Gary Dobbs conosciamo un pò gli ultimi secoli in cui questa terribile punizione è stata in vigore in Gran Bretagna. Il libro, molto interessante, dopo una piccola presentazione riguardante la storia della pena di morte e le sue varie tipologie, affronta,come scritto su, gli ultimi due secoli in cui questa è stata utilizzata. E' interessante sapere e scoprire, anche per un ex studente di legge come me, che la pena di morte in Gran Bretagna è stata in vigore fino al 1964 (l'ultima esecuzione doppia è stata a Manchester e Liverpool lo stesso giorno, il 13 agosto) , quando in molti altri paesi questa era stata abolita o non veniva semplicemente applicata. E' particolare pensare che in un paese così vivo e fervido di idee e di nuove tendenze come la Gran Bretagna degli anni '60, con i Beatles che già dominavano la scena della musica e del costume, fosse ancora in vigore la pena di morte. Ma la storia parte molto lontano, per arrivare al 1964. Il libro infatti si sofferma anche sui secoli in cui la condanna capitale si dispensava anche per reati di poco conto, quali ad esempio danneggiare un ponte o andare travestiti in un bosco. Era il tempo delle legislazioni draconiane note come "Bloody Code", a metà del '700 e fino l 1832 che più che fungere da deterrente per i criminali professionisti o improvvisati, erano viste come una sconfitta per la legge che doveva ricorrere ad una insensata crudeltà per tutta una serie molto vasta di reati. Va detto anche che se forse oggi può sembrare "più umano" impiccare piuttosto che decapitare, in passato la decapitazione era una "concessione" che si faceva ai nobili e a chi chiedeva clemenza perchè limitava le sofferenze del condannato. L'impiccagione infatti non era ancora l'arte che poi divenne grazie a dei boia professionisti negli ultimi due secoli. Esistevano anche altre tipologie di pena oltre a impiccagione e decapitazione, una in particolare utilizzata per i traditori del regno e del re, che consisteva nel "tirare, impiccare e squartare" il condannato. Questa pena particolarmente feroce fu comminata fino al 1839, ma non eseguita e invece commutata in deportazione con l'ultimo caso vero e proprio avvenuto nel 1715 per le Rivolte Giacobite. Altre pene erano il rogo, lo schiacciamento, la ruota. Quest'ultima era molto più diffusa in Europa che non in Gran Bretagna.
Il libro divide le varie esecuzioni dell'ultimo periodo in cui la pena è stata in vigore in alcuni capitoli : 1900-1910, 1911-1949, 1950 fino all'abolizione. E' interessante anche scoprire che con l'avvento delle ferrovie i boia locali sparirono e tutte le esecuzioni venivano eseguite da una ristretta cerchia di boia professionisti. La presentazione di questi uomini dal mestiere alquanto triste ha un suo capitolo dedicato. A farla da padrone furono nell'ultimo periodo i Pierrepoint , una dinastia di boia che lavorò quasi sino all'ultima esecuzione. E' altresì interessante notare che nel periodo della Grande Guerra a fianco delle tipiche esecuzioni compiute in tutta la Gran Bretagna per impiccagione e riguardanti criminali e omicidi comuni, spiccano tutta una serie di soggetti fucilati come spie invariabilmente presso la Torre di Londra. L'elenco delle esecuzioni è molto dettagliato con i vari dati dell'assassino, della vittima o delle vittime, della data di esecuzione e del boia che la portò a termine. Per alcuni casi particolari vi sono più pagine, come ad esempio nei casi di mala giustizia di Timothy Evans o di Derek Bentley. Un altro caso che portò la pena in forte discussione fu l'esecuzione di Ruth Ellis. Il movimento che portò poi all'abolizione , dapprima ridicolizzato , si rinforzò pian piano, sia per i casi di cattiva giustizia, sia per la diversa sensibilità dei tempi. Lo stesso Albert Pierrepoint, uno degli ultimi boia, scrisse che nell'esecuzione non vedeva altro che vendetta, non giustizia. Oggi la pena di morte non esiste in nessun paese europeo, tuttavia alcuni in preda a notizie di crimini particolarmente efferati ne chiedono il ritorno. Forse la storia dimostra che come deterrente la pena di morte ha fallito sia in Europa che in Gran Bretagna e la impressionante lista di esecuzioni compiuta negli ultimi anni di questa istituzione a fronte del continuo ripetersi di crimini simili non fa che confermare la buona scelta di averla abolita.
Un libro molto appassionante che vi porterà a conoscere caratteri, storie e vicende riguardanti la pena di morte.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: A Date with the Hangman - A History of Capital Punishment in Britain
Autore: Gary Dobbs
Pagine: 142
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/A-Date-with-the-Hangman-Hardback/p/16890














domenica 10 novembre 2019

Lost Heirs of the Medieval Crown - The Kings and Queens Who Never Were di J.F. Andrews

La storia delle successione nel regno d'Inghilterra non è stata sempre semplice come ci appare oggi. La linea di sangue che collegava il primo sovrano normanno Guglielmo il Bastardo poi conosciuto come Guglielmo il Conquistatore quando si prese l'Inghilterra dalle fredde mani di Aroldo, re anglosassone, non conobbe la fortuna che il suo fondatore ebbe in battaglia. In questo bel libro, scritto da J.F. Andrews, pseudonimo di uno scrittore molto preparato sui fatti narrati, per la casa editrice Pen & Sword, ci imbarchiamo in un viaggio alla ricerca di questi eredi designati che però non ottennero mai la corona. Gli "eredi perduti" sono un aspetto della storia del Regno d'Inghilterra e della dinastia dei Plantageneti (che seguirono ai Re Normanni con il matrimonio di Matilda, nipote del conquistatore e figlia del suo terzo figlio Enrico I - e vi starete chiedendo...e i primi due? Ma dovrete leggere il libro per sapere la storia completa! - con Goffredo d'Angiò), che non hanno ricevuto moltissima attenzione dagli storici. Ma queste figure, alcune tragiche, altre sfortunate (come Roberto Cosciacorta che pur essendo il primogenito del Conquistatore non ereditò il Regno d'Inghilterra ma solo il Ducato di Normandia) , altre ancora non predisposte per il trono come Enrico il Giovane Re, figlio di Enrico II che lo aveva nominato re quando era ancora in vita e fatto incoronare , caso unico nella storia inglese sono affascinanti quanto e più dei re che si sono susseguiti sul trono dal 1066 al 1485, data ultima del periodo trattato dal libro. Il 1485 segna infatti la morte dell'ultimo re plantageneto, il molto vilipeso Riccardo III, per mano del pretendente Enrico Tudor, diventato poi Enrico VII. Questo evento, la Battaglia di Bosworth Field segna indicativamente (anche se alcuni storici fanno terminare il conflitto dinastico più in avanti) la fine della Guerra delle Rose , ovvero il conflitto dinastico per eccellenza, sebbene nato solo per avere la preminenza in tema di consiglieri presso la corte di Enrico VI, figlio di Enrico V vincitore di Azincourt.
Non è compito di questa recensione elencare tutti i fatti che hanno portato alla Guerra delle Rose cui sono dedicati gli ultimi tre capitoli del libro, ma devo dire che il nostro J.F. Andrews rende semplici e piacevoli le storie intricate delle varie successioni, trattando il materiale raccolto con una passione e un piacere come se stesse raccontando una storia di famiglia.
E' interessante notare che senza soluzione di continuità, sebbene vi sia stato un periodo di circa 150 anni in cui apparentemente la corona passò dal padre al primogenito, tra il 1216, data della morte di Giovanni Senzaterra al 1377 data della morte del formidabile Edoardo III, sin dall'inizio del governo di Guglielmo I, il regno ebbe problemi di successione. Il libro quindi ha molto materiale storico da cui attingere per presentare questi "eredi perduti".
Che dire di più? Ho amato leggere di queste figure alla ricerca del potere che per consuetudine o legge spettava a loro. Molti ebbero sfortuna, alcuni furono impreparati agli eventi che portarono altri parenti sul trono, alcuni sarebbero sicuramente stati dei grandi re , come Edoardo il Principe Nero, che morì prima di suo padre Edoardo III, come sopra  sopra già egli un ottimo re. Chissà come sarebbe stata la storia con questi re alternativi possiamo chiederci, ma questo non è un libro ucronico, i fatti narrati sono estremamente appassionanti e sono accaduti realmente.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: Lost Heirs of the Medieval Crown - The Kings and Queens Who Never Were
Autore: J.F. Andrews
Pagine: 200
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Lost-Heirs-of-the-Medieval-Crown-Hardback/p/16791
















sabato 2 novembre 2019

The Legitimacy of Bastards - The Place of Illegitimate Children in Later Medieval England di Helen Matthews

Tutti gli appassionati di storia medievale inglese conoscono i "Principi nella Torre", ovvero i due figli del re Edoardo IV che furono dichiarati "bastardi" poichè nati da un matrimonio illegale di loro padre con Elisabeth Widville. Edoardo IV si scoprì che era già stato sposato (o aveva un precontratto?) con una certa Eleanor Butler, da cui non aveva avuto figli. Questa semplice trascuranza, forse tipica del personaggio, negò ai suoi figli il trono e invece portò a governare Riccardo, suo fratello.  Tuttavia la legge nell'Inghilterra (e anche in Europa) non operava così semplicemente. Molto probabilmente il rilievo dell'illegittimità dei due figli di Edoardo avrebbe dovuto essere accompagnato da una sentenza di annullamento del matrimonio. Ma come operava la legge sulle varie figure di illegittimità dei figli nati fuori dal matrimonio? In questo saggio accurato di Helen Matthews per la casa editrice Pen&Sword ci addentriamo in questa spinosa materia andando ad esaminare tutti i profili legali e a conoscere anche quali erano le aspettative ereditarie e sociali di un "bastardo" nell'Inghilterra Medievale. In questa materia bisogna dire che operavano due sistemi legali, quello inglese e la legge canonica, che spesso differivano su alcuni punti e che richiedevano diverse formalità. In questo caso Helen Matthews analizza le differenze sulle pronunzie legali in tema di legittimità dei figli e di validità dei matrimoni. Un capitolo è appunto dedicato a come operava la legge sia canonica che inglese (common law). Molto interessanti sono tutti i casi in cui un matrimonio poteva incontrare degli impedimenti o delle cause di annullamento per vari motivi e tra questi: Consanguineità, Affinità, Quasi Affinità, "Godsib" (ovvero il legame tra padrino e fanciulla o madrina e fanciullo) , Pre Contratto, Impotenza, Minore Età, Figli nati da sacerdoti. Allo stesso tempo c'erano pure delle forme di legittimazione o delle richieste di dispensa (incontriamo spesso nella storia la richiesta di una Dispensa Papale per poter sposare una propria consanguinea da parte di re e nobili in genere). Va anche detto che stranamente rispetto a quanto si può pensare oggi della Chiesa, essa era più attenta alla sostanza che alla forma a differenza della common law. Ad esempio la Chiesa era maggiormente tollerante verso bastardi nati fuori da un legittimo matrimonio a patto che fossero naturali (ovvero nati senza quegli impedimenti elencati sopra) rispetto alla Common Law che teneva maggiormente in conto la forma (erano considerati i figli che nascevano da un matrimonio legale sia che fossero naturali che non) quindi schematicamente nella legge canonica si può risalire a 4 tipi di nascite con conseguenti differenze di status e di eredità:
Legittimi e naturali: figli nati da matrimoni legali
Naturali non legittimi: figli nati da genitori che non avevano impedimenti ma che non erano sposati tra loro
Legittimi ma non naturali: figli adottati
Spurii: figli nati da un'unione proibita secondo gli impedimenti sopra elencati e che non potevano essere legittimati. Questi ultimi erano infatti sul gradino più basso nello status sociale ed ereditario.
Tuttavia legge canonica e common law operavano in pratica diversamente dalla teoria a seconda del caso.
Helen Matthews poi passa a descrivere la pratica con l'interessante caso della famiglia De Warenne. E' utile appunto guardare come operava il sistema legale rispetto a dei casi veri e propri. E devo dire che il caso della famigla De Warenne è anche abbastanza appassionante per il suo svolgimento. I tentativi di John De Warenne, un nobile vissuto a cavallo tra 13° e 14° secolo di far dichiarare nullo il suo matrimonio per sposare la sua amante sono una storia nella storia e sebbene ai limiti del contesto legale dell'epoca forniscono molti dati su quale era l'atteggiamento di un nobile verso l'annullamento del matrimonio e verso i propri figli bastardi e non.
Completano il libro tre capitoli che analizzano alcuni profili interessanti quali matrimonio e aduletrio, eredità dei bastardi e contesto e opportunità sociali per i bastardi. In quest'ultimo conosciamo alcuni esempi di famosi bastardi che si distinsero militarmente come "il Bastardo Fauconberg" cugino di Richard Neville , il "Creatore di Re" durante la Guerra delle Rose. Conosciamo anche la famiglia nata da un ceppo bastardo per eccellenza , i Beaufort.
Completa il libro, e devo dire molto utilmente, un lungo "Dramatis Personae" per seguire tutti gli infiniti nomi contenuti nel libro. Che dire di più? E' un testo che ritengo molto utile per conoscere più da vicino un aspetto sociale e legale che spesso nelle "grandi storie" di famiglie viene trattato "en passant". Un libro che svelerà a molti un lato del mondo tardo medievale inglese che merita di essere conosciuto.

Titolo: The Legitimacy of Bastards - The Place of Illegitimate Children in Later Medieval England
Autore: Helen Matthews
Pagine: 216
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/The-Legitimacy-of-Bastards-Paperback/p/16741