domenica 10 ottobre 2021

Catastrophe at Spithead - The Sinking of the Royal George di Hilary L. Rubinstein

 Il libro di oggi , edito da Seaforth Publishing, e scritto dalla storica Hilary L. Rubinstein, è un'indagine approfondita sulla perdita della nave Royal George, della Royal Navy, il 29 agosto del 1782.

A differenza di centinaia di altre navi perdute in  combattimento, la particolarità di questo affondamento è che avvenne nella calma del suo ancoraggio a Spithead, in patria. Alla base del suo affondamento vi fu il tentativo di una riparazione a una pompa che richiese l'inclinazione della nave. Questo, accoppiato ad una serie di circostanze che il libro esamina particolarmente bene e in maniera ordinata ed appassionante portò alla perdita di una delle navi di maggior prestigio della flotta e soprattutto alla perdita del valido Ammiraglio Kempenfelt e di gran parte dell'equipaggio. 

Si può senza dubbio dire che il bel libro della Rubinstein oltre che un'appassionante racconto e in seguito indagine sulla perdita di questa nave, è anche una riscoperta dell'ammiraglio Kempenfelt, il cui nome è stato oscurato e spesso solo collegato all'affondamento della Royal George. Un ottimo marinaio, innovatore (vari tentativi di riformare la segnaletica tra navi che era uno dei punti deboli della RN), quando fu vittima dell'affondamento (in cui si salvò invece il capitano della nave Waghorn) era quasi sull'orlo del pensionamento. La flotta si stava riunendo per portare aiuto a Gibilterra, al tempo assediata da forze spagnole e francesi. 

L'analisi delle fonti contemporanee restituisce il clima di incredulità alla perdita di una nave nel punto più sicuro , in mezzo alla rada di Spithead. Questo diede il via ad una raccolta fondi per le vedove e i figli dei marinai e ufficiali del Royal George, ma anche  diede l'ispirazione a scrittori e poeti per cantare di questa tragedia. Ci fu anche una Corte Marziale, necessaria per chi "perde una nave di sua maestà" come ricorda bene chi ha visto le numerose versioni dei film e letto dell'Ammutinamento del Bounty. Non anticipo al lettore le conclusioni, poichè anche il capitolo riguardante questo necessario procedimento è stato ben ricercato dalla Rubinstein. 

Forse una delle parti più interessanti del libro è quella che descrive i vari tentativi di recupero del relitto, che si adagiò sul fondo e in seguito, dopo il fallimento del recupero (la tecnologia non consentiva recuperi spettacolari come fu per il Mary Rose, affondato in acque molto prossime a quelle del Royal George) del tentativo di smaltimento di ciò che ne restava, poichè deleterio e pericoloso per la navigazione. Veniamo così a conoscere le tecniche di recupero ed esplorazione del fondale di fine XVIII° Secolo, inizio del XIX°. Possiamo anche qui apprezzare lo studio delle testimonianze di chi provò a recuperare e dei vari ritrovamenti , che fruttavano (come nel caso dei cannoni) una discreta somma all'impresa incaricata. 

Sicuramente il fato della HMS Royal George fu scritto da un errore umano, e chi sopravvisse fu ovviamente impiegato sulle altre navi che erano in porto ed erano in partenza per Gibilterra. Data la giovane età di molti dei componenti dell'equipaggio alcuni sopravvissuti vissero per vedere buona parte del XIX° secolo, portando con sè la memoria di quei terribili minuti (l'affondamento a differenza di altre navi, per la sua dinamica fu repentino) fino alla fine. A questi è dedicato l'ultimo capitolo del libro di Hilary L. Rubinstein. 

L'HMS Royal George e il suo affondamento furono una delle macchie nella gestione delle sue navi da parte della Royal Navy. Il suo affondamento non è simile a quello della Mary Rose poichè quest'ultimo avvenne in una fase di combattimento, ne' si può assimilare a quello della Vasa svedese (affondata il giorno del varo) . Ambedue le navi non erano certo dei miracoli di tecnica e costruzione navale come invece , sicuramente frutto di 200 e più anni di avanzamento tecnologico, lo era la Royal George. Il libro è il primo quindi ad indagare, esaminando tutte le fonti e ascoltando tutte le voci, a fornire un resoconto dettagliato dell'evento e soprattutto a porre una luce sulla personalità di Kempenfelt, che affondò con esso. Il libro quindi costituisce un must per chiunque sia appassionato di storia navale, affondamenti, della Royal Navy che nel 18° già dominava i mari e vuole conoscere la storia di un ammiraglio per troppo tempo dimenticato.

Un grazie di cuore a Seaforth Publishing per avermi fornito il libro per la recensione. 


Titolo: Catastrophe at Spithead - The Sinking of the Royal George 

Autore: Hilary L. Rubinstein

Pagine: 288

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Catastrophe-at-Spithead-Hardback/p/17111















lunedì 27 settembre 2021

Lepanto 1571 - The Madonna's Victory di Dr. Nic Fields

 Anche se oggi il ricordo è un po' sbiadito , per secoli la data del 7 Ottobre 1571, fu causa di celebrazioni nel mondo cattolico e nel sud dell'Europa cristiana. Quel giorno fatidico fu il giorno in cui si scontrarono due flotte di galee, quella della Lega Santa e quella Ottomana, a largo di una località oggi nota come Naupaktos, ma ai tempi conosciuta come Lepanto. 

Il libro di oggi ci conduce alla conoscenza di quel periodo e lo fa attraverso la penna dello stimato storico Nic Fields, che produce un libro che appassiona e documenta allo stesso tempo. 

Il libro, edito da Pen&Sword Maritime, ha un'impostazione, a mio avviso molto originale, nel presentare le vicende , in verità molto brevi , della battaglia partendo dagli antefatti, da una presentazione del periodo, dei contendenti, delle tecnologie e degli armamenti. Fields ci presenta la vicenda come se fosse una partita di scacchi. Le tre grandi suddivisioni del libro ci portano a conoscere i "Giocatori", "I Pezzi", "La Partita" con un ultimo grande capitolo riguardante "Il Mito della Battaglia". 

Senza dubbio ogni capitolo in cui è suddivisa ogni sezione del libro è interessante, ma sicuramente vorrei far notare come a fianco dei "grandi protagonisti" nella sezione dei "Giocatori" compaia Miguel de Cervantes, l'autore del Don Chisciotte. Egli, nonostante sia un semplice fante imbarcato su una delle galee della riserva comandata da Don Alvaro de Bazan (La Marchesa di Spagna) , incarna perfettamente questo finire di secolo che portò la Spagna Imperiale al culmine del suo prestigio, introducendo il "Siglo de Oro" che però segnò in parte poi la sua decadenza con gli ultimi Asburgo. 

Allo stesso modo la parte centrale del libro, quella che descrive le tecnologie (ma non ad esempio le fanterie del Tercio o i Giannizzeri Turchi che sono ricompresi tra i "Giocatori") è estremamente ben ricercata anche se al lettore casuale alcune disquisizioni tecniche potranno apparire un po' pesanti per il testo. Le sezioni dedicate a Galee e Cannoni sono quanto di più preciso e ricercato ci possa essere e fanno invidia a molti testi e monografie dedicate. 

"La Partita" è il combattimento che si svolge dalla mattina del 7 Ottobre 1571 , quando nel golfo di Lepanto si affrontano le due flotte. La parità di numero rende lo scontro particolarmente equilibrato, ma alcuni fattori giocano a favore della Flotta Cristiana, nel senso che essa si avvale, rispetto a quella Ottomana, di 6 Galeazze (ovvero Galee più pesanti e meglio armate, anche se meno manovrabili) e di un maggior numero di cannoni e di moschetti ed armi da fuoco varie. Come in ogni testo su Lepanto, lo scontro è descritto relativamente in maniera breve rispetto agli anni, gli eventi e le macchinazioni politiche che portarono allo scontro. Non è un problema del testo in questione ma è proprio la battaglia che per sua natura, può essere descritta solo come un insieme di piccole battaglie che avvennero nel centro e nell'ala sinistra dello schieramento cristiano. All'ala destra, quella meridionale (guardando la mappa) il rinnegato di origine calabrese Uluch Alì portò la flotta ad una manovra aggirante che poi si trasformò in una fuga, inseguito dai genovesi di Andrea Doria. 

Allo stesso modo è molto valida l'analisi e il racconto del mito della battaglia, che vide la Chiesa Cattolica avvalersene per istituire una festa (Del Santo Rosario) e creò sensazione anche nel mondo protestante e in Inghilterra per la sconfitta della minaccia islamica che pendeva sull'Europa (e che in realtà rimase fino all'assedio di Vienna circa 100 anni più tardi). Questa ultima sezione sebbene aneddotica, ha il pregio di raccontare storie ed esperienze poco conosciute. 

Completano il libro tre appendici molto interessanti. 

Che dire di più? Il libro uscito lo scorso anno ci avvicina a quello che sarà il 450° Anniversario della Battaglia. Una battaglia che cambiò poco a livello politico. L'ottimo Juan De Austria che guidò la flotta in battaglia non visse molto a lungo, la flotta ottomana recuperò dal disastro e la minaccia barbaresca restò a creare problemi alle comunità del sud Italia e di altri paesi mediterranei. Tuttavia la battaglia distrusse il mito dell'invincibilità ottomana, che durava da più di cento anni. Questo unito alla Controriforma Cattolica, ridiede vigore anche alla Chiesa di Roma, nell'affrontare le sfide del nuovo secolo che porteranno a scontri tra i paesi protestanti e cattolici in quella che sarà la Guerra dei Trent'Anni. In realtà il lascito di questa battaglia fu la dimostrazione che si poteva trovare unità tra varie realtà politiche e statali differenti tra loro (Venezia, Genova, il Papa, la Spagna , i Cavalieri di Malta etc.) se solo ci fosse stata una mente ad unirle (Papa Pio V) e un uomo di carisma a guidarle (Don Juan de Austria) , qualcosa che fu unico e irripetibile, in un secolo in cui l'Europa fu dilaniata da lotte interne sia tra stati che tra confessioni religiose. il Dr. Nic Fields scrive un libro che non lascia niente in sospeso e che introduce il lettore ad un periodo complicato politicamente ma estremamente affascinante. Lo fa scavando nella psiche degli uomini del tempo e delle loro istituzioni e produce un'opera che merita di stare sullo scaffale di ogni appassionato di storia marittima e non solo. 

Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo:  Lepanto 1571 - The Madonna's Victory 

Autore: Dr. Nic Fields

Pagine: 464

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Lepanto-1571-Hardback/p/17150




















martedì 21 settembre 2021

Memoires of the Royal Navy 1690 di Samuel Pepys - Introduzione di J.D. Davies

 Samuel Pepys, politico e scrittore inglese della fine del 17° secolo è forse una delle voci che meglio fa apprezzare gli stravolgimenti della società e del governo inglese di quel tratto di secolo. Conosciuto per il suo diario (che non avrebbe mai dovuto essere divulgato, ma che costituisce il suo lascito migliore e più veritiero) in questo caso siamo di fronte, con il libro che vi presento oggi, all'unico testo pubblicato durante la sua vita, un resoconto e allo stesso tempo una giustificazione del suo operato come Segretario dell'Ammiragliato. 

Questo testo sarebbe un'ottima luce sullo stato della Marina Inglese in una serie di date, 1679, 1684, 1688, se come analizza bene Davies nella sua introduzione (necessaria poer comprendere tutta la situazione politica) , questi dati non siano "piegati" all'interesse politico di Pepys stesso, in un momento di estremo sconvolgimento per la politica inglese e per la dinastia degli Stuart. Siamo infatti alla vigilia della "Glorious Revolution" con Guglielmo di Orange che prenderà il posto di Giacomo II (che si era convertito al cattolicesimo). Pepys è un membro del "vecchio" ordine e con il suo scritto cercadi giustificare le scelte in ambito navale e di criticare il "nuovo corso". Tuttavia lascia fuori da ogni analisi il contesto, in una brillante opera di "mascheramento della verità" che fa invidia a molti politici di oggi. 

Il libro è un bellissimo volumetto di piccole dimensioni ristampato in versione anatstatica (ovvero come sarebbe apparso nel 1690. Il frontespizio del testo con una bellissima citazione di Cicerone, i caratteri (le f in luogo delle s), le stesse correzioni ci fanno assaporare un testo della fine del 1600. 

La pubblicazione ad opera della casa di libri a tema prettamente navale Seaforth Publishing in collaborazione con Naval Institute Press di Annapolis è quindi un modo per comprendere un po' le problematiche di spesa di una Marina che stava allora lanciandosi nella conquista dei mari del mondo. Problematiche in realtà attuale, in una costante lotta tra esigenze militari e finanziarie che vediamo ancora oggi nelle marine (e negli eserciti) di tutto il mondo. 

E' un'opera che ci fa vedere un Pepys più formale e meno brillante sicuramente che nel suo diario, ma nondimeno utile per comprendere a pieno il ruolo politico militare e la sua grandissima scaltrezza. 


Titolo: Memoires of the Royal Navy 1690

Autore: Samuel Pepys - Introduzione di J.D. Davies

Pagine: 160

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Samuel-Pepys-Memoires-of-the-Royal-Navy-1690-Hardback/p/2287















venerdì 20 agosto 2021

English Collusion and the Norman Conquest di Arthur C. Wright

 Il libro che vi presento oggi è stato scritto da un autore di cui ho molto apprezzato un precedente volume, "Decoding the Bayeux Tapestry" (recensito qui https://omneignotopromagnifico.blogspot.com/2019/06/decoding-bayeux-tapestry-secrets-of.html ) , Arthur C. Wright, sempre per la casa editrice Frontline Books. In quel testo, la grande conoscenza di Wright riguardo al periodo della conquista Normanna dell'Inghilterra veniva messa a frutto con un'analisi approfondita, vivace e interessante dell'Arazzo di Bayeux, la principale fonte iconografica degli eventi del 1066. Qui, con il libro che recensiamo oggi, Wright si spinge oltre per esaminare quanto di vero ci sia nella "leggenda nera" dei Normanni superuomini e sterminatori del post conquista e sulla fama (certamente immeritata in un certo senso) della loro guida Guglielmo Il Conquistatore, già noto come "Il Bastardo". 

Qui diciamo che siamo in un territorio abbastanza vasto, poichè si esaminano 20 anni di eventi, in un libro abbastanza breve , che in certe parti risulta estremamente interessante (spingendo il lettore a volerne sapere di più) mentre in altre dimostra di rallentare il racconto e l'analisi andandosi a impigliarsi in ragionamenti tortuosi o che nulla aggiungono al valore e al significato del testo. L'entusiasmo dell'autore dimostrato nel suo precedente libro, infatti spesso gioca a sfavore, soprattutto quando tocca l'analisi del Domesday Book, ovvero un censimento generale dei territori racchiuso in due libri, che servì a rendere il sistema fiscale inglese tra i più avanzati , se non il più avanzato d'Europa. 

Un cenno va ovviamente fatto al titolo che parla di "collusione" quasi dandone un significato negativo riguardante un "collaborazionismo" degli Anglo Sassoni verso Guglielmo (non verso i normanni e presto sarà spiegato perchè). Il Regno Inglese infatti si trovò in grandi ristrettezze e dovette fronteggiare diverse problematiche derivanti da una concezione "errata" della Conquista da parte degli stessi baroni normanni. Fu proprio Guglielmo grazie alla collaborazione dei funzionari (e della rimanente parte di esercito anglosassone) a sventare molti di questi problemi, con la creazione di un sistema fiscale che potesse evitare le molte frodi e evasioni da parte dei baroni. E' nota la vicenda di Oddone di Bayeux, vescovo e fratellastro di Guglielmo,  che cadde in disgrazia e fu imprigionato. Le fonti presero le parti di Oddone e accusarono l'empio Guglielmo di "cupiditas", ma Wright analizza bene la vicenda affermando che in realtà era Oddone che era un cattivo suddito del suo reale fratellastro. In questo caso siamo di fronte a "informatore" che passò dal servizio di Oddone a quello del Re portando con sè la conoscenza delle frodi.

Oddone pagò con la prigionia e fu liberato solo dopo la morte del Re, andando a morire in Sicilia durante la crociata e venendo seppellito a Palermo. Wright riabilita Guglielmo , sovrano illuminato che cercò di coinvolgere i suoi sudditi anglosassoni nella gestione dello stato e cercando di frenare i riottosi baroni normanni. In questo caso siamo di fronte ovviamente alla smentita della vulgata della "resistenza" anglosassone che è frutto di un'ideologia protonazionalista. La collaborazione (più che la "collusione") di normanni e anglosassoni fu la realtà dei fatti, con i secondi che accettarono di buon grado un sovrano "straniero". Alcuni dei capitoli finali illustrano bene la situazione delle varie contee, dando spunti di analisi ulteriore ad appassionati  storici. Dal canto mio è un libro che mi ha lasciato alcune curiosità da approfondire (ed è un bene) anche se non l'ho trovato brillante come il precedente, sempre edito da Frontline Books, sulla decodificazione dell'Arazzo di Bayeux. Tuttavia è  un libro non banale che getta la base per ulteriori approfondimenti. 

Un grazie di cuore a Frontline Books per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: English Collusion and the Norman Conquest  

Autore: Arthur C. Wright

Pagine: 224

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/English-Collusion-and-the-Norman-Conquest-Hardback/p/17995



venerdì 30 luglio 2021

Bohemond of Taranto - Crusader and Conqueror di Dr Georgios Theotokis

 Il libro che vi presento oggi narra la vicenda umana di uno dei grandi guerrieri del Medioevo, Boemondo di Taranto. Il libro, scritto dallo storico Georgio Theotokis, è un'analisi della sua vita e delle sue imprese. 

E' interessante poichè l'analisi del personaggio protagonista del libro è compiuta sulle fonti, ovviamente, ma queste fonti sono spesso in contraddizione quando non sono scritte per puro scopo propagandistico o apologetico. E' ad esempio il caso della "Alessiade" di Anna Comnena, figlia dell'Imperatore Alessio Comneno, grande antagonista di Roberto il Guiscardo prima e di Boemondo, figlio del Guiscardo poi. Per quanto possa risultare piacevole, il testo dell'Alessiade è profondamente improntato alla denigrazione dei "Latini" (come venivano chiamati gli occidentali dai Romei o Bizantini) visti paradossalmente come infidi, ovvero la stessa accusa che veniva rivolta ai "Romei" dalle forze occidentali. Inoltre è un testo che spesso perde di vista alcuni elementi importanti della nostra storia, ovvero quella di Boemondo.Tuttavia la ricerca fatta da Theotokis è profonda ma allo stesso tempo piacevole con un particolare che ho apprezzato (avendo studiato greco) ovvero l'utilizzo nel testo delle aprole originarie del testo (ovviamente l'Alessiade). Ma Theotokis si rifà anche ad altri testi importanti sebbene nonostante l'impatto che questo formidabile personaggio, nato in Calabria a San Marco Argentano, abbia lasciato sul suo tempo, molte notizie non ci sono state trasmesse ed alcuni punti della sua vita sono oscuri. 

Per chiarire chi fosse Boemondo di Taranto (una signoria che viene attestata ma che non è presente a quanto pare in nessun testo contemporaneo) bisogna andare indietro a quel grande movimento di popolo che fu l'invasione normanna del mezzogiorno italiano , coincidente in parte con il periodo in cui i normanni conquistarono il trono d'Inghilterra con Guglielmo il "Bastardo". L'affermazione di questo popolo guerriero lasciò tracce in mezza Europa, e anche in Italia, due fratelli, Roberto il Guiscardo e il Conte Ruggero suo fratello (della famiglia degli Hauteville o Altavilla) si spartirono in pochi anni il meridione. Boemondo, figlio di Roberto, si affermò combattendo insieme al padre e si trovò in seguito alla morte di questi senza territori, dovendo sottostare al fratellastro Ruggero Borsa e allo zio Ruggero. La vita politica e militare di Boemondo però prese una piega differente quando fu indetta la Prima Crociata, evento che lo vide protagonista. 

In questo caso siamo davanti a uno dei leaders della Crociata, che per avere successo doveva però avvalersi di un vecchio nemico della famiglia Altavilla , Alessio Comneno, Imperatore di Bisanzio. Questi ottenne di far giurare i leaders della Crociata dandogli supporto ma pretendendo anche la restituzione delle terre sottratte alle forze islamiche che le avevano occupate. Chi ha dimestichezza un po' la storia di Bisanzio conosce bene il momento in cui versava l'impero dopo la sconfitta di Manzicerta, la perdita di Bari (ultimo bastione in occidente) e i torbidi che ne erano seguiti. Alessio ha la forza di ristabilire l'ordine con la sua autorevolezza. Senza dubbio è stato uno dei grandi imperatori di Costantinopoli. Tuttavia la Crociata arriva in un momento sbagliato e molti dei guerrieri, prevalentemente francesi che prendono parte alla Crociata sono personaggi poco gestibili. La diffidenza palpabile tra due mondi e due fedi (lo scisma era avvenuto nel 1054) viene esacerbata dal progresso della Crociata verso la sua meta , Gerusalemme. In questo periodo Boemondo riesce a strappare una delle grandi città di quel tempo, Antiochia, ai turchi selgiuchidi. Ne crea una principalità che rimase uno dei Regni "D'Outremer" più longevi. Qui emergono altri dissapori tra le forze occidentali e bizantine e Boemondo dopo essere stato preso prigioniero e trattenuto dai turchi per vari anni, riesce a tornare in patria dandosi  per morto e viaggiando in una bara per scappare ai controlli del suo vecchio nemico l'imperatore Alessio. Egli torna in patria per indire , con l'aiuto del Papa e di altri prelati e dignitari un'altra crociata, stavolta però contro Alessio per il suo tradimento nel non aver supportato le forze cristiane. Ma non tutto va come deve e Alessio riesce a limitare le forze di Boemondo costringendolo a venire a patti. Boemondo torna in patria e muore, venendo seppellito a Canosa di Puglia. 

Il racconto di Theotokis narra diversi aspetti di questo personaggio. Innanzitutto è una storia militare di un grande guerriero della tradizione normanna. Ma Boemondo si discosta dallo stereotipo (in realtà spesso coincidente) del guerriero occidentale rozzo e poco avvezzo all'arte militare ma solo alla semplice violenza. Boemondo dimostra grande capacità di adattamento. Inoltre Boemondo è scaltro, parla il greco, conosce il suo nemico, sia quello greco che quello selgiuchide, avendolo incontrato diverse volte. Non a caso riesce a ottenere il dominio di una grande fetta di territorio, quella che poi diventerà il Principato di Antiochia. Egli ottiene quello che non era riuscito a ottenere in patria, nel meridione italiano. Boemondo è un personaggio che oggi definiremmo "Larger than Life" e il suo epitaffio lo conferma. Da parte mia, vivendo in Calabria , a pochi chilometri da una piccola città di nome Gerace (la posso vedere dalla mia finestra in questo momento) in cui si svolsero parte delle imprese dei due fratelli Roberto il Guiscardo e il Conte Ruggero  sento Boemondo molto più vicino di un qualsiasi altro personaggio storico, e posso solo ringraziare il Dr. Georgios Theotokis per aver riportato sotto la luce dei riflettori questo grande condottiero militare.

Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: Bohemond of Taranto - Crusader and Conqueror 

Autore: Dr Georgios Theotokis

Pagine: 208

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Bohemond-of-Taranto-Crusader-and-Conqueror-Hardback/p/18728