giovedì 25 marzo 2021

Pertinax - The Son of a Slave Who Became Roman Emperor di Dr. Simon Elliott

 Quando pensiamo alla storia di Roma sicuramente la nostra immaginazione va a Romolo, alle Guerre Puniche , ai personaggi dal grande carisma del I° Secolo a. C. come Giulio Cesare, Pompeo, Catone, Marco Antonio, Cicerone e Augusto. Poi se vogliamo guardare più avanti ci sono i primi secoli dell'Impero , con Traiano, Adriano, Marco Aurelio e Settimio Severo...ma la mente non va mai ad una figura poco conosciuta che vestì la porpora imperiale per pochissimo tempo tra le due ultime due figure citate. Eppure la storia di Pertinace, il protagonista del bel libro di oggi , scritto dal Dr. Simon Elliott e edito da Greenhill Books, è una storia da film quasi, una storia che merita di essere raccontata anche se forse qualche anno fa qualcuno ha pensato a questa figura per raccontare la storia (o almeno parte di essa) in un famoso film di Ridley Scott, "il Gladiatore".

Infatti la storia di Pertinace si inserisce cronologicamente parlando, tra la morte di Marco Aurelio, l'imperatore filosofo e quella di Settimio Severo, lambendo gli anni di follia di quell'altra figura pure citata nel film di Hollywood, quel Commodo che amava scendere nell'arena a combattere coi gladiatori, decapitando struzzi e uccidendo leoni e credendosi la reincarnazione di Ercole. Ma Pertinace è molto più di questo. Come dice il titolo la figura di questo imperatore è singolare per una serie di elementi. In primis per la sua origine, non certo "nobile". Egli è infatti figlio di un ex schiavo, "manumesso", ovvero liberato dal padrone e questo già rende Pertinace non certo agevolato nella scalata lungo il "Cursus Honorum" ovvero le cariche che andavano rivestite per raggiungere il vertice dell'amministrazione imperiale. Tuttavia un altro elemento rende la storia di Pertinace singolare, ovvero il fatto che egli è un grammaticus (un insegnante) fino all'età di 30 anni, quando sceglie di cambiare vita e diventare un militare così ottenendo una serie di posti (che Elliott documenta basandosi su fonti letterarie come Cassio Dione, la Historia Augusta e Erodiano, nonchè da fonti epigrafiche come l'Iscrizione di Bruhl) sempre più prestigiosi.  Egli diventa una figura affidabile nell'amministrazione militare e civile rivestendo ruoli di primo piano e sempre più prestigiosi partendo dai gradini più bassi dell'organigramma militare sino a diventare governatore di alcune provincie e poi arrivando a essere Praefectus Urbi e quindi riavvicinandosi al centro di potere della Capitale. Tutto questo , sfidando la follia di Commodo, che aveva fatto il deserto facendo uccidere tutte le persone di fiducia di suo padre Marco Aurelio, tra cui c'era anche Pertinace, l'unico che per scaltrezza o forse perchè non percepito come una minaccia , era sopravvissuto. Siamo nel 193, quando Commodo viene assassinato perchè ormai fuori controllo. A Pertinace viene proposta la porpora, anche se non sappiamo se egli, da Praefectus Urbi (comandante di alcuni corpi militari posti nella città come i vigili) ha una parte nel complotto. Sicuramente non è facile affidarsi alle fonti che sono o scritte posteriormente (come la Historia Augusta) o di parte (Cassio Dione era un senatore vivente all'epoca ma ovviamente non è imparziale) , ma Elliott valuta ogni possibilità. Al tempo Pertinace ha quasi 70 anni (era nato nel 126) e per il tempo è una vecchiaia molto avanzata. Egli da imperatore molto probabilmente sa di non avere molto tempo e quindi si impegna subito a riformare lo stato, creandosi però i peggiori tra i nemici, quelli più vicini alla sua persona, i pretoriani. Questo corpo , istituito da Augusto e comandato da due figure (il doppio comando era per dividere compiti, responsabilità e non accentrare troppo potere in una sola figura), già in passato era stato l'ago della bilancia nella lotta per il potere. I Prefetti del Pretorio, ovvero i due comandanti di classe equestre, erano stati spesso portati alla ribellione e al complotto (si ricorda ad esempio Seiano, sotto Tiberio) o addirittura gli stessi pretoriani avevano agito. Accentravano un potere enorme  e vivendo in città erano sempre al centro di intrighi e traffici. Essi erano stati viziati da Commodo con donazioni e privilegi e la sua morte li aveva mal disposti verso Pertinace che voleva ridurre il loro status e renderli più gestibili. Fu così che appena qualche mese dopo la sua accettazione della porpora, Pertinace va incontro ad una rivolta dei pretoriani...

Le ultime pagine del libro sono quelle più appassionanti, sia per le vicende storiche sia per lo stile con cui Elliott le racconta. Io ovviamente non le anticipo, ma pongo solo alcune riflessioni sul fatto che la morte di Commodo inaugura un anno che viene definito "dei 5 Imperatori" , riecheggiando il 69 d. C. in cui con la morte di Nerone vi fu l'anno "dei 4 imperatori". Il 193 portò alla ribalta uno dei più grandi riformatori e uno dei più carismatici imperatori della storia, Settimio Severo. Tuttavia Pertinace non va dimenticato poichè cercò di rimediare al caos che fu il governo di Commodo. Egli, forse ispirandosi agli antichi "mores" (costumi) della romanità  cercò di aggiustare tutto e subito, perdendo subito il favore del Prefetto del Pretorio (unico al tempo) Emilio Leto (che era stato strumentale nelal caduta di Commodo) e dei pretoriani. Quello che successe dopo la morte di Pertinace fu forse uno dei punti più bassi dell'impero, con la porpora messa all'asta tra i migliori offerenti , ovvero chi pagava di più ogni pretoriano. Vinse Didio Giuliano su Flavio Sulpiciano (che era il suocero di Pertinace).  Ma Settimio Severo, amico di Pertinace, si sta già muovendo dal suo governo in Pannonia...e così stanno facendo altri come Clodio Albino (in Britannia) e Pescennio Nigro (in Siria). Ma questa è un'altra storia. 

Elliott ci introduce con il suo libro ad una figura che governò pochissimo ma che rimane nella storia per la sua vicenda umana e politica estremamente singolare. Egli era il modello di quell'uomo di governo che poteva rivestire diversi ruoli nell'amministrazione civile e militare del 2° secolo d. C. . Una amministrazione che Elliott tra l'altro spiega molto bene , fornendo il lettore con vari excursus anche cosciente di come si presentava l'amministrazione militare e civile nonchè descrivendo città come Londra (in cui Pertinace visse e amministrò da governatore) o la stessa Roma. Non vengono trascurati i costumi dell'epoca, in realtà ancora ancorati a quelli di una Roma più classica. Pertinace nella sua scalata (non sempre lineare, dato che si trovò anche esiliato) fa uso delle amicizie potenti della sua famiglia , con Lolliano Avito e Tiberio Claudio Pompeiano a fare da sponsor e protettori. Egli arriva a rivestire ruoli di primo piano e addirittura essere console due volte (sebbene non importante come ai tempi repubblicani questo era un incarico di prestigio assoluto). Esce così dalle ombre di chi venne prima (Marco Aurelio e Commodo) e chi venne dopo (Settimio Severo) una figura molto interessante nella prima biografia in lingua inglese. Un libro estremamente curato e ben ricercato che non mancherà di affascinare il lettore e lo storico.

Un grazie di cuore a Greenhill Books per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: Pertinax - The Son of a Slave Who Became Roman Emperor 

Autore: Dr. Simon Elliott

Pagine: 224

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Pertinax-Hardback/p/18015





giovedì 18 marzo 2021

1066 A Guide to the Battles and the Campaigns di Michael Livingston & Kelly DeVries

 1066 , un anno che da solo evoca grandi cambiamenti per uno dei grandi regni della storia. In Inghilterra infatti, fu l'anno in cui un mondo finì e un altro ne prese il posto. In questo caso, come avrete capito, stiamo parlando della famosa conquista dell'Inghilterra da parte di Guglielmo detto "Il Bastardo" e poi passato alla storia come "Il Conquistatore". Immagini dell'arazzo di Bayeux con la storia immaginata della freccia nell'occhio di Re Aroldo, sovrano degli anglosassoni e con la sagoma di Guglielmo che si solleva l'elmo per mostrare che non era morto in una delle crisi della Battaglia di Hstings, affollano la nostra mente.

Questo nuovo libro, che assume la forma di una guida, è il nostro volume di oggi. Scritto da Michael Livingston e Kelly DeVries, professori e storici , è un nuovo sguardo alla storia, che ci porta sui luoghi di quell'anno, il 1066, così fuori dall'ordinario. La narrazione degli eventi segue i notevoli sviluppi che ha avuto lungo l'indagine storiografica nei secoli, corroborata da ricerche archeologiche e scientifiche. Di queste indagini, pur essendo il libro, fondamentalmente una guida, i nostri autori ci avvertono e informano. Così le mappe che seguono i vari percorsi delle invasioni, sia quella di Harold Hardrada che si concluse con la sua dipartita nella Battaglia di Stamford Bridge, sia quella più nota e indagata, ovvero l'invasione normanna di Guglielmo che proveniva, ovviamente, da sud. Ma non è solo questo. Infatti sia nelle varie spiegazioni della complessa situazione politica del Regno AngloSassone (fu proprio questa situazione sviluppatasi nei decenni a favorire la puntata al trono di più pretendenti alla morte di Edoardo il Confessore) sia poi nei veri e propri eventi del 1066 si punta un faro sulla spesso dimenticata storia del fratello di Aroldo, ovvero Tostig Godwinson, strumentale nel convincere o almeno pattuire un intervento del famoso e quasi mitico Harald Hardrada Re di Norvegia. Questi, pur essendo fratello del Re, da poco incoronato, Aroldo, era stato esiliato nelle Fiandre dopo alcune vicende (che il libro spiega meglio del sottoscritto). 

Oltre ovviamente a una narrazione chiara e appassionante (pur non essendo lo scopo principale del volume) , il punto forte del libro è appunto la guida ai luoghi degli eventi che portarono a questo anno cataclismatico. Essa offre moltissimi luoghi di spunto, sia in Inghilterra (dove appunto si svolgono gli ultimi atti) ma anche , come è ovvio, in Normandia, Fiandre , Norvegia e Danimarca. Questo al momento forse limiterà l'uso della guida, visto che per la situazione del virus in molti paesi è limitato l'accesso. Tuttavia nulla toglie alla guida e al suo enorme valore nell'esaminare per ognuno dei 5 tour presenti nella guida le numerose "fermate" che analizzano ognuna un luogo riportando i punti di interesse con estrema precisione. La guida è anche abbastanza divertente, e anche rivelatrice. Il sottoscritto ad esempio è un appassionato cultore del gruppo comico dei Monty Python , ma fino ad ora non aveva mai saputo quale fosse il famoso "castello nella palude" delle scene finali del film "Monty Python e il Sacro Graal" .Esso è il Castello di Bodiam, ed è presente come prima fermata nel Tour 5 , che segue i passi di Guglielmo, ormai vincitore ad Hastings e diretto ad accettare la sottomissione dei restanti dignitari anglosassoni del regno. 

Che dire di più? Il libro è un utilissimo compendio a libri forse più scientifici e che analizzano più a fondo situazioni e personaggi di quel 1066. Tuttavia rutengo che come guida sia imbattibile nel portare lo storico, l'appassionato o il semplice curioso sulle tracce di un evento che cambiò la storia d'Inghilterra e che di riflesso cambiò anche quella del mondo.

Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.


Titolo: 1066 A Guide to the Battles and the Campaigns 

Autori: Michael Livingston & Kelly DeVries

Pagine: 224

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/1066-Paperback/p/18616
















domenica 7 marzo 2021

Masada - Mass suicide in the First Jewish-Roman War, C. AD 73 di Phil Carradice

 "History of Terror" è una serie , edita da Pen&Sword che si concentra su alcuni eventi della storia che hanno come minimo comun denominatore il terrore . Questa definizione abbastanza larga può includere eventi bellici particolarmente cruenti, storie di organizzazioni terroristiche oppure invasioni da parte di popoli estremamente crudeli. In questo caso, Phil Carradice, un autore e storico molto prolifico in fatto di libri, ci introduce a un evento storico che ha rafforzato e creato un mito per un popolo come quello ebraico: Masada. 

Questa fortezza posta a sud di Gerusalemme, in pieno deserto, nacque come palazzo di Erode Antipa e trovò la sua parte nella storia come ultimo baluardo di una delle tante sette che popolavano Israele all'epoca dell'occupazione romana : gli Zeloti. 

Carradice ci presenta la storia con un primo capitolo che sembra un romanzo. Ho apprezzato questa scelta anche se ovviamente può lasciare spiazzato il lettore occasionale di questo genere di libri, che potrebbe pensare di trovarsi davanti a uno dei molti prodotti letterari di fiction ambientati nel mondo antico. 

La storia di Masada in realtà può benissimo essere presentata così, perchè in realtà l'unica vera fonte (oltre quella archeologica) è dovuta a uno storico dell'epoca passato alla storia come Flavio Giuseppe. 

Questo storico ebreo che abbracciò la cultura romana scrive degli eventi che portarono alle varie rivolte del periodo da parte della popolazione ebraica (non tutta, solo alcune sette) contro la dominazione romana. Egli non fu presente all'ultimo atto della fortezza di Masada, che tutti o quasi conoscono, ovvero il suicidio di tutti i suoi occupanti prima della conquista da parte dei romani. Ma egli è l'unica fonte e nonostante alcune discrepanze tutti i racconti si basano sul suo. 

Una parte della setta degli Zeloti, che lottavano per un Israele libero da qualsiasi influenza straniera , era composta da una minoranza ancora più radicale: i Sicari. Questi, prendevano il nome dal pugnale ricurvo con il quale assassinavano i propri nemici (collaborazionisti ebrei e romani) come terroristi del giorno d'oggi. Furono questi che , una volta sedata in gran parte la rivolta nel resto del paese , si rinchiusero nella fortezza naturale di Masada, un picco posto in mezzo al deserto vicino al Mar Morto. Qui per 3 anni aspettarono l'arrivo dei romani che nell'aprile del 73 AD giunsero con la loro organizzazione ad assediare la fortezza. Qui Carradice da' il meglio di se' nel raccontare i preparativi sia dei romani, sia degli assediati. Ancora oggi, la rampa che fu creata dai romani per colmare il dislivello e portare le torri d'assedio a contatto con le mura sorprende il visitatore , così come il perimetro dei campi che furono costruiti per controllare che nessuno scappasse. 

La storia di Masada è , come detto nota, anche se si discute se sia realmente andata così. Tuttavia fu il mito fondativo , o uno dei miti fondativi, della resilienza di Israele contro gli attacchi di molti nemici, tanto che anche oggi si dice "Masada non cadrà ancora".

Un capitolo molto interessante è rappresentato dall'ultimo che rivela quali furono i ritrovamenti archeologici (da parte di Ygael Yadin) che conformerebbero o si discosterebbero dalla storia narrata da Flavio Giuseppe. La discussione risulta molto interessante.

Che dire di più? Masada era una storia che conoscevo, ma non nei particolari. I secoli hanno portato a dimenticare questa fortezza fino al 1800, quando molti viaggiatori si accorsero di essa. Questo e il fatto che fosse difficilmente accessibile e che si trovasse in un ambiente inospitale hanno creato la possibilità che il tempo si fosse come fermato al momento della conquista romana o quasi. Allo stesso tempo quel mito  della morte preferibile alla conquista(vero o falso non sappiamo) ha significato molto per la nascita della nazione di Israele. Phil Carradice ci narra questa storia con la solita bravura.

Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: Masada - Mass suicide in the First Jewish-Roman War, C. AD 73 

Autore: Phil Carradice

Pagine: 128

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Masada-Paperback/p/16017






giovedì 4 marzo 2021

The Black Prince and King Jean II of France - Generalship in the Hundred Years War di Peter Hoskins

 La Guerra dei Cent'Anni è quel conflitto suddiviso in varie fasi che ha insanguinato l'odierna Francia tra la metà del 1300 e quella del 1400. Abbiamo già affrontato, su questo blog e con l'aiuto dello stesso autore e di un suo libro questo conflitto. Peter Hoskins è uno storico coscienzioso che già aveva scritto un libro molto utile per districarsi in uno degli aspetti di questo lungo conflitto come gli assedi (recensito qui: https://omneignotopromagnifico.blogspot.com/2019/10/siege-warfare-during-hundred-years-war.html ) . Gli assedi rappresentavano la maggior parte dei combattimenti dell'epoca che vide tre grandi battaglie che segnarono l'ascendente dell'Inghilterra nella prima fase della guerra. Le battaglie di Crecy (1346) , Poitiers (1356) e Azincourt (1415) rappresentano tutte molti punti in comune. 

Oggi Hoskins torna con un libro che esamina più da vicino un altro aspetto di quel lungo conflitto, ovvero le capacità militari di uno tra i maggiori comandanti del medioevo , Edoardo detto "Il Principe Nero" e il sovrano francese che gli si oppose Giovanni II detto "Il Buono". 

Il libri di Hoskins esamina alcune fasi della lunga guerra a cominciare dallo sforunato assedio da parte di Giovanni della cittadina di Aguillon, nel 1346 e di Breteuil nel 1356.. La scelta di Hoskins è quella di alternare gli episodi bellici che videro i due personaggi storici e io pur apprezzando la guerra d'assedio (per la quale si rimanda al precedente volume di Hoskins) ho apprezzato maggiormente la parte centrale del libro che comprende ovviamente le imprese del Principe Nero, come la "chevauchee" del 1355 e la battaglia di Poitiers dell'anno dopo  (anch'essa partita come una chevauchee). Questo tipo di tattica che oggi forse impropriamente definiremmo un raid (il raid è ovviamente fatto in modo molto più veloce rispetto alla chevauchee) era , come dice il termine , una cavalcata volta a creare caos nel territorio nemico, con un esercito che si muoveva vivendo del territorio su quale passava, bruciando villaggi e  distruggendo opere e fortificazioni. La chevauchee del 1355 partì dall'Aquitania (al tempo parte del dominio inglese) situata sulla costa sud occidentale della Francia e si orientò verso la Linguadoca, per punire un signore che non aveva riconosciuto la signoria inglese. Questo raid ante litteram arrivò fino al mediterraneo creando problemi per il re francese che si sarebbero rivelati decisivi anche per gli anni a venire, visto che lo privarono di grosse entrate dal punto di vista delle tasse. Poitiers e la battaglia che passò alla storia per la cattura di Giovanni II occupano il capitolo più sostanzioso del libro visto che i due comandanti si trovarono di fronte vicino alla località che già era stata decisiva secoli prima per fermare l'avanzata dei mori. Hoskins esamina con estrema cura il terreno e i movimenti dell'esercito, e come nei primi capitoli di presentazione , confronta il comportamento dei due comandanti con le opere antiche di Sun Tzu (probabilmente non conosciuto dai due strateghi) e del romano Vegezio. Allo stesso tempo le due strategie dei comandanti vengono scandagliate alla luce dei principi militari odierni. 

Hoskins senza dubbio è uno storico molto attento alle fonti e il capitolo sulla battaglia di Poitiers lo dimostra anche con un'appendice dedicata alle ipotesi sul vero luogo della battaglia.

Il libro è completato da un capitolo, sempre riguardante il Principe Nero e la sua battaglia, in aiuto di Pedro il Crudele, per il trono Castiglia contro Enrico di Trastamara a Najera nel 1367. Questa battaglia , che vide forze provenienti da vari eserciti e tradizioni militari, fu strategicamente molto diversa dalle battaglie inglesi dell'epoca e per questo merita molta attenzione. 

Il Principe Nero fu un grande condottiero e questo è un libro che indaga sul suo modo di comandare in battaglia, ma anche sul suo carisma come guida di uomini. Giovanni II invece fu re (a differenza del Principe Nero che morì prima di suo padre Edoardo III) con molti difetti, ma anche pregi quali le riforme militari che crearono un esercito permanente per la Francia, con il risultato della vittoria finale (dopo però molte battaglie e sangue sparso) nel 1453 a Castillon. Hoskins con un libro molto agevole da leggere e appassionante, esamina le due personalità in modo soddisfacente. Le stesse mappe che illustrano gli scontri sono ottime. 

Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione. 

Titolo: The Black Prince and King Jean II of France - Generalship in the Hundred Years War 

Autore: Peter Hoskins

Pagine: 208

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/The-Black-Prince-and-King-Jean-II-of-France-Hardback/p/18568



lunedì 1 marzo 2021

The Imprisoned Princess - The Scandalous Life of Sophia Dorothea of Celle di Catherine Curzon

 Catherine Curzon e la sua enciclopedica conoscenza delle corti barocche, settecentesche e georgiane ritorna con un bel libro che vi presento oggi: "The Imprisoned Princess - The Scandalous Life of Sophia Dorothea of Celle". Qualche settimana fa avevo recensito , sempre della stessa autrice il bel "Sophia Mother of Kings" che seguiva la storia di Sophia Elettrice di Hannover. Oggi invece siamo di fronte alla storia di sua nuora, la moglie del figlio George William (passato alla storia come Giorgio I d'Inghilterra) e cugina, Sofia di Celle. 

Se avete seguito la precedente recensione (qui: https://omneignotopromagnifico.blogspot.com/2021/01/sophia-mother-of-kings-finest-queen.html ) avrete un po' compreso come sia non facilissimo orientarsi tra le varie dinastie che componevano i piccoli regni, ducati, etc. del Sacro Romano Impero. L'autrice Catherine Curzon però ha come una dote naturale nell'addentrarsi in vicende dinastiche e di corte e di appassionare enormemente il lettore. Il punto focale della vicenda di Sofia di Celle, come dice anche il titolo è il suo esilio (per non dire proprio prigionia) che fu il frutto di una relazione clandestina con un conte svedese di nome Philip Cristoph Von Konigsmarck. 

Il cast di caratteri è abbastanza vario, poichè come ogni corte che si rispetti , in cui i matrimoni erano frutto di alleanze e non di amore, una parte centrale l'avevano le favorite e le amanti dei vari governanti. Così allo stesso tempo, in questa storia emergono diverse figure (per altro già incontrate nel precedente libro) che fecero del loro potere e della loro influenza nei letti dei vari potenti un'arma micidiale. Corrisponde senza dubbio a questa descrizione Clara Von Platen, amante dell'elettore (o meglio del futuro elettore poichè al tempo era solo Duca di Hannover) Ernesto Augusto. Ernesto Augusto, marito di Sofia e suocero della nostra Sofia di Celle, è un'altra delle figure centrali almeno per quanto riguarda gli eventi politici dell'epoca. 

In un ambiente rigido come quello di una corte (sebbene piccola) , fatto di protocolli da seguire, il desiderio di un'avventura amorosa era estremamente accattivante. Gli uomini come detto avevano una o più amanti (ogni figura maschile del libro la ha), per le donne invece non era opportuno rischiare . Proprio questo invece fece Sofia di Celle, che mal sopportava un marito assente (e che avva la sua amante di nome Melusine, poi diventata una figura anche ingombrante alla corte d'Inghilterra) e anche spesso violento. Il conte Von Konigsmarck offrì alla povera Sofia uno sfogo e una vita sognata che però non finì nel modo sperato. Come in un bel film a questo punto non voglio più spoilerare nulla, poichè ci sono tutti gli elementi per quella che sarebbe una perfetta serie tv di successo. 

Tornando a parlare del libro non posso non notare come Catherine Curzon riesca a tenere sempre desta l'attenzione del lettore , pur citando moltissime figure e facendolo districare tra nomi simili e guerre e situazioni politiche così lontane da scomodare il ricordo del famoso narratore del film Barry Lyndon "ci vorrebbe un famoso filosofo e storico per elencare le cause della guerra...". E' triste constatare come la grandezza di molte corti di quei tempi sia stata cancellata nel ricordo da eventi accaduti dopo che si innestano nella più grande e importante storia europea. Ma tuttavia , umanamente e non solo, la vicenda terrena di Sofia di Celle colpisce ancora oggi, e senza dubbio ha creato molte ispirazioni tra i narratori di principesse da fiaba e cattive da film. Catherine Curzon ci porta in un mondo lontano e lo fa con la solita maestria.  Un altro gran bel libro di una appassionata storica. 

Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: The Imprisoned Princess - The Scandalous Life of Sophia Dorothea of Celle 

Autore: Catherine Curzon

Pagine. 200

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/The-Imprisoned-Princess-Hardback/p/17095