In tutto il mondo si conosce la storia del Titanic, affondato nell'aprile del 1912. E' una storia che esemplifica tante cose, che però per lungo tempo è stata dimenticata, sepolta sotto la tragedia di due guerre mondiali che ne hanno affievolito il ricordo e il dramma. Ma negli anni '50, prima un libro "A night to remember" e poi un bel film (che a mio parere è più realistico, in quanto a reazioni umane del Titanic di Cameron) interpretato da Kenneth More ne hanno ridestato il ricordo. Il film del 1998 , il blockbuster Titanic di James Cameron ha riportato questa storia all'attenzione delle nuove generazioni, ponendo una storia d'amore fittizia sullo sfondo di una vicenda realistica e drammatica. Senza dubbio il Titanic, già famoso per essere stato ritrovato alla metà degli anni '80 , ora piombava di nuovo davanti all'attenzione di tutti , compresi i battitori d'asta che si assicuravano grandi profitti con le reliquie di quello sfortunato transatlantico.
Ma in tutte le storie raccontate nei due film l'attenzione era sempre calamitata dalla prima classe del Titanic. Quei nobili e ricchi che andarono a fondo vestiti elegamtemente, che compirono gesti di enorme coraggio cedendo i loro posti a donne e bambini, uomini come Jacob Astor o Guggenheim. Poco o nulla di diceva della terza classe (esaltata dal film di Cameron con la figura di Jack/Di Caprio) nulla dell'equipaggio, quello che pagò con la vita il proprio attaccamento al dovere. E in mezzo a tutto l'equipaggio della nave, il ruolo dei pariah veniva rappresentato dalla "black gang" ovvero i fuochisti, quelli che facevano andare avanti le caldaie dei motori a vapore (i motori diesel erano ancora di la' da venire) , che non vedevano quasi mai il ponte e non prendevano mai aria. Il loro lavoro era infame, con turni pesantissimi, che li facevano lavorare nel caldo della sala motori in indumenti leggerissimi. Nei vari film e racconti poco o nulla sappiamo di questi uomini, così essenziali alla nave.
Julie Cook, l'autrice del libro, è la nipote di uno di questi uomini, la black gang, conosciuti così per il carbone che respiravano e che si attaccava alla pelle e ai pochi vestiti. Il loro destino fu tremendo, poichè quelli che erano di turno restarono intrappolati a far funzionare le caldaie per tenere funzionante la nave, l'elettricità. William Bessant, il bisnonno di Julie non tornò mai a casa, disperso in mare. Già questo è un qualcosa di cui nei vari libri sul Titanic non si parla. Ma la Cook sceglie un altro registro e ci porta a conoscere il fato della moglie di Bessant e dei suoi figli. Cosa successe ad Emily Bessant quel giorno di aprile quando la gioia e l'orgoglio di avere un marito sul più grande e moderno transatlantico del mondo si tramutò in cupa disperazione alla notizia incredibile che la nave "inaffondabile" era affondata?
E cosa successe alle centinaia di donne come Emily che si videro strappare agli affetti e all'immediato fabbisogno giornaliero una fonte di reddito come un marito o un figlio ? Southampton, città che vide il maggior numero di morti tra l'equipaggio divenne una "città di vedove" quasi a presagire il destino che sarebbe toccato a molte altre città inglesi sol qualche anno dopo, a causa della Grande Guerra.
Julie Cook ci porta a conoscere le vite e le lotte giornaliere di queste donne e di questi figli. La loro mancanza di "chiusura" con un lutto che non poteva essere completamente elaborato, dato che in molti casi il marito o il figlio era "disperso in mare". Ma la vita delle forti donne di Southampton doveva andare avanti, piangere non era un'opzione quando bisognava far mangiare i figli, mandarli a scuola, vestirli. Il Titanic e la sua perdita fecero sensazione e fu così che fu stabilito un efficiente (possiamo dire che lo fu) fondo per il sostentamento delle vedove e degli orfani dell'equipaggio. Anche se il classismo di cui era permeata la società britannica dell'epoca faceva si che anche nei premi e nei risarcimenti si distinguesse a seconda del ruolo che il morto o disperso aveva sulla nave. Emily si avvalse del risarcimento classe G, ovvero il più basso.
L'analisi della Cook sul fondo è un altro aspetto interessante del libro dato che questo mezzo di sostentamento durò fino al 1959, quando si spensero gli ultimi aventi diritto. Emily, sua bisnonna morì nel 1935 a 61 anni.
Il libro è un interessante sguardo sulla tragedia del Titanic, che purtroppo nella narrativa cinematografica non si è mai avvalso di uno sguardo completo su tutti i partecipanti a quel triste viaggio. Uno dei meriti della bella serie TV "Downton Abbey" (che prende le mosse proprio nel 1912 all'Affondamento del Titanic e al suo significato per la famiglia Crowley) è riuscire a tessere bene la vita di una magione nobiliare raccontando i sogni, le speranze, la vita di nobili e servitù. Questo in un film sul Titanic non è mai stato fatto, ma su una nave , il contributo della "servitù" e della Black Gang era ancora più necessario, senza la nave non sarebbe mai andata avanti. Forse sarebbe ora che qualcuno raccontasse la loro storia e quella della forti donne che rimasero a casa a convivere anni con il dolore della perdita e a far andare avanti le liro vite, come ha fatto, egregiamente nel suo libro Julie Cook.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.
Titolo: The Titanic and the City of Widows it left behind - The Forgotten Victims of the Fatal Voyage Autore:Julie Cook
Pagine:140
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/The-Titanic-and-the-City-of-Widows-it-left-Behind-Hardback/p/17301
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