domenica 8 marzo 2020

Women's Suffrage in Scotland di Carole O'Connor

In occasione dell'8 Marzo, voglio tingere maggiormente di rosa questo blog, che forse ha dedicato troppo poco spazio alle donne, insomma, è il caso di parlare dell'altra metà del cielo a cui tutti noi uomini siamo debitori. In questo caso lo voglio fare parlando di un bel libro che affronta l'argomento riguardante la lunga e nobile lotta verso il suffragio femminile, nello specifico andando a riscoprire alcune figure della Scozia impegnatesi nella lotta verso un'eguaglianza meritata. 
Il libro di oggi è intitolato " Women's Suffrage in Scotland " di Carole O'Connore per la casa editrice Pen&Sword serie "History". 
Carole O'Connor è una giornalista con una grande passione per la storia e il suo libro è mirato a chi voglia conoscere la situazione della Scozia e delle sue città prima dell'avvento delle lotte per l'emancipazione femminile ad opera di suffragiste e suffragette. Questa dicotomia prese le mosse dalle prime lotte delle "suffragiste" guidate da Dame Millicent Garrett Fawcett con un approccio collaborativo e non violento, fatto di petizioni e aiuto da parte di alcuni membri del parlamento favorevoli a un maggiore coinvolgimento delle donne nella vita politica. La sostanziale stasi di questa lotta e il mancato avanzamento delle richieste delle appartenenti alla NUWSS (National Union of Women Suffrage Societies) portò alla nascita di una nuova associazione, la WSPU - Women's Social and Political Union ad opera di Emmeline Pankhurst e le figlie Sylvia e Christabel. Questa nuova società rifiutava i metodi precedenti ed operava in maniera militante non disdegnando anche metodi violenti per l'avanzamento della donna nella società. Il motto era "Fatti non Parole" il che dice tutto. Quando pensiamo alla lotta per l'emancipazione e per il suffragio femminile spesso la nostra mente va agli atti delle suffragette più che alle più moderate suffragiste. 
Questo preambolo ci porta a discutere del nostro libro che però è suddiviso invece che cronologicamente geograficamente con le varie aree della Scozia e le donne che furono influenti per la lotta femminista in quelle aree. 
La descrizione di ogni luogo non può prescindere dallo stato in cui si trovava quando quelle lotte iniziarono: siamo verso la metà del 19° secolo, quando molte delle località citate nel libro, Edinburgo, Glasgow, Aberdeen, Dundee e Perth e il resto, erano state modificate dalla rivoluzione industriale che ne aveva cambiato i connotati fisici e sociali. Le donne in quel tempo dovevano essere mogli e madri e poche erano le occupazioni riservate loro, domestiche, o se di buona famiglia dame di compagnia, nell'ambito della salute levatrici ma non dottori , in casi limitati insegnanti ma non di classi maschili. L'orizzonte femminile era molto ristretto a causa di strane idee scientifiche o religiose. La donna che si occupava di qualcosa di più di quanto le era stato destinato veniva vista con sospetto. Erano anni in cui a fianco delle lotte per l'emancipazione femminile si discuteva di suffragio universale (il voto non era concesso a tutti come oggi, neanche a tutti i maschi) e addirittura di abolizione della schiavitù. Vi erano le prime lotte per i diritti dei lavoratori e su questo tessuto sociale e sullo sfondo di questi eventi poche donne combattive sia in Scozia che in Inghilterra misero a disposizione le loro vite per far progredire la condizione femminile. Alle volte il loro schiaffo di sfida alla società era semplicemente essere delle pioniere in un campo fino ad allora riservato agli uomini, come Sophie Jex-Blake, che sebbene inglese di nascita fu la prima donna dottore in Scozia, a Edinburgo,andandosi a scontrare con l'opinione sciovinista dei dottori uomini.  
Altre donne, come Isabella Elder di Glasgow furono strumentali nel donare edifici per l'uso da parte di donne a scopo educativo. La Elder comprò North Park House a Glasgow e in quell'edificio fu poi ospitato il Queen Margaret's College per l'educazione elevata delle donne. 
A Dundee oltre a molte altre donne voglio ricordare per il suo impegno Florence Horsburgh che riuscì a entrare in parlamento come parlamentare conservatore e fu strumentale nel creare il National Health Service nel secondo dopoguerra, fu ministro della sanità tra il 1939 e il 1945 e in seguito ministro dell'educazione. Anche ad Aberdeen fu importante la dottoressa Mary Esslemont anche se nella creazione del NHS il suo contributo fu snobbato dall'antifemminista ministro della salute (all'epoca) Aneurin Bevan.
In ogni caso il libro è pieno di storie di donne coraggiose che sacrificarono la loro vita, la loro libertà e i loro averi per una causa nobile. Ad un certo punto il governo varò una legge denominata "Cat & Mouse Act" per sopraffare la volontà delle suffragette più irriducibili che scioperavano per la fame. Esse venivano nutrite a forza se facevano lo sciopero della fame e se erano troppo deboli venivano rilasciate, quando si rimettevano venivano arrestate di nuovo. 
Non tutte le donne del libro furono femministe, alcune si opposero al voto alle donne, ma in un certo qual modo furono influenti nel loro ambito. Le donne ricevettero il voto nel 1918, dopo che una Guerra fece vedere al mondo che potevano benissimo sostituire gli uomini e saper soffrire anche di più degli uomini. Le donne scozzesi furono in prima fila in questa lotta che si propagò in tutto il mondo ma che ancora in molti posti non viene riconosciuta, questo libro ci fa conoscere quelle donne forti e le loro vite. 
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: Women's Suffrage in Scotland 
Autrice: Carole O'Connor
Pagine: 152














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