giovedì 5 dicembre 2019

Armies of Celtic Europe 700BC - AD106 - History, Organization & Equipment di Gabriele Esposito

Il libro di oggi, edito da Pen&Sword e scritto da Gabriele Esposito ci fa conoscere storia, usi e costumi delle popolazioni celtiche. Definite una delle maggiori culture europee dell'antichità insieme a quella romana e greca, i celti hanno plasmato gran parte del nord Europa, non disdegnando di lasciare tracce anche nel bacino mediterraneo. In questo libro, della serie "Armies of the Past" l'enfasi è proiettata sulla storia militare di queste tribù che raramente riuscirono a coagularsi in un'entità statale. Ma l'enfasi del libro è sopratutto sulle belle foto dei reenactors di varie associazioni italiane e francesi che sono ritratti mentre indossano i costumi degli antichi popoli celtici.
La cultura celtica che si può suddividere in due fasi, quella definita "Halstatt" (dal nome del posto in cui furono effettuati i maggiori ritrovamenti) e quella definita "La Tene" ha plasmato la storia dell'Europa al di sopra e al di sotto delle Alpi. La cultura Halstatt, originata in Austria, allora definita Norico è una cultura che si contraddistingueva per il bronzo come materiale preferito nella creazione di armi, armature e monili. Invece quella La Tene, che significa "acque poco profonde" dal luogo svizzero dove in un lago furono trovate grandi quantità di manufatti votivi scarta il bronzo per la sua scarsa resistenza e adotta il ferro. E' ovvio che una cultura segue l'altra. I celti furono maestri nella metallurgia e ancora oggi i loro oggetti ci stupiscono per la maestria con la quale sono stati creati.
Ma i celti, il cui nome deriva da "colpire, colpo" furono conosciuti sopratutto per la loro abilità nella guerra e per secoli tennero testa anche al più grande impero dell'antichità: l'Impero Romano.
Sebbene a dire il vero i primi romani che incontrarono i celti vivevano in una Repubblica e furono sconfitti sul fiume Allia da Brenno, che li portò addirittura ad assediare Roma con i pochi romani rimasti a difendersi sul Campidoglio. Nota è la storia delle oche del Campidoglio che sventarono un attacco notturno così come quella di Brenno che negoziando il suo ritiro e il pagamento che esigeva lanciò la sua spada sulla bilancia che pesava l'oro dicendo "Vae Victis!". In questo modo nelle menti del popolo romano sopravvisse per secoli una psicosi verso quei giganti che combattevano nudi e tatuati (anche se non tutte le tribù e molto probabilmente solo alcuni elementi legati da un voto religioso). Per secoli i confronti furono molto duri, culminando nelle Guerre Galliche di Cesare che eliminò la minaccia proveniente dalla Gallia.
Ma i celti erano sostanzialmente un popolo migratore e se molte tribù si spostarono a sud, entrando in quella che poi divenne Gallia Cisalpina (l'odierno nord Italia) e altri verso ovest, verso la Gallia e l'Iberia, altri migrarono verso est, scontrandosi con Traci, Daci, Sarmati, Sciti e alcuni finendo addirittura in Anatolia (odierna Turchia). Quelli che finirono in Anatolia furono forse uno dei pochi esempi di stati "nazionali" celtici con la Galazia. I Galati, stabilitisi lì all'epoca delle lotte fra i successori di Alessandro, costituirono uno stato a se' fino a quando non furono anch'essi fagocitati dall'Impero Romano.
I celti opposero sempre una strenua resistenza all'Impero Romano e anche quando i romani sbarcarono in Britannia, questi, col muro di Adriano e quello di Antonino, non riuscirono a sottomettere le popolazioni poste al nord di questi due limiti, nè quelle presenti in Irlanda.
Il libro, come scritto su, illustra la storia delle popolazioni celtiche con un veloce ma dettagliato excursus sui principali eventi e spostamenti delle varie, numerose tribù. Le varie foto, in grande numero, dei reenactors, ci fanno apprezzare la raffinatezza degli abiti e delle armi. Su queste sopratutto credo vada spesa una parola: le armi celtiche furono così avanzate per l'epoca da essere adottate anche dai romani. I romani infatti li affrontarono con un aspetto che poco li avrebbe contraddistinti dagli eserciti oplitici greci. Dal confronto coi celti i romani adottarono elmi (il Montefortino prima, icona del legionario repubblicano, e l'Imperiale Gallico , icona di quello dell'impero) , dagli scontri con iberi e celtiberi il gladio, e poi sopratutto la famosa "lorica hamata" , ovvero la corazza ad anelli che fu inventata proprio dai fabbri celti. Nel tardo impero anche l'abbigliamento risentirà delle influenze celtiche, con l'adozione di pantaloni lunghi.
Se devo muovere una sola critica a questo bel libro, posso solo dire che manca di mappe e che sebbene l'autore usi come riferimento dei luoghi i moderni corrispettivi sarebbe stato meglio aggiungere una mappa o due con i vari luoghi citati. Per il resto il libro si contraddistingue per la sua immediatezza e per le sue belle foto che stimoleranno anche chi non conosce la cultura celtica ad appassionarsi ad essa, grazie anche al lavoro importantissimo di coloro che ricreano la storia vivendola e facendola vivere.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: Armies of Celtic Europe 700BC - AD106 - History, Organization & Equipment
Autore: Gabriele Esposito
Pagine: 172



Nessun commento:

Posta un commento