Il libro che vi presento oggi rientra in un particolare ramo della storia, ovvero quello che attiene alla società in un determinato periodo. La storia sociale è sempre stata estremamente affascinante per i cambiamenti che nei secoli hanno riguardato usi e costumi delle persone. In questo caso però ci troviamo di fronte a una evenienza con cui tutto il genere umano, per la sua stessa natura , deve fare i conti ad un punto della vita: la morte.
Nel libro che vi presento oggi la morte e l'atteggiamento delle persone verso di essa viene raccontata attraverso il punto di vista della società inglese tra l'inizio e la fine del 17° Secolo.
Quel secolo che vide la fine della monarchia Tudor con la morte della grande Elisabetta I dopo un regno di ben 45 anni , e l'affermarsi della casata degli Stuart, fu anche il secolo in cui il contrasto tra il Parlamento e Re Carlo I Stuart arrivò all'imprevedibile (fino ad allora) esito della Guerra Civile.
Ben Norman, storico all'Università di York, ci narra la morte in quel secolo pieno di eventi e che fa da ponte tra noi e il periodo che usciva dal medioevo prima e dal Rinascimento poi, un'epoca di forti contrasti religiosi e morali, nonchè vere e proprie guerre. Anni in cui la mortalità infantile era altissima, in cui l'aspettativa di vita era sicuramente molto più bassa dei nostri giorni e in cui la morte era compagna quotidiana delle vite delle persone di allora.
Norman passa a descrivere attraverso testimonianze ben scelte la morte naturale, tra cui ovviamente si include (a differenza della nostra epoca in cui morte naturale è spesso definita la morte per vecchiaia solamente) la morte per malattia. In seguito si parla della morte violenta (e non solo visto lo stato delle cure mediche in ambito militare) in guerra. In questo caso il maggior conflitto che viene esaminato è ovviamente la Guerra Civile che insanguinò i tre regni, ma vi sono testimonianze anche delle varie guerre combattute sul mare contro gli olandesi e le ribellioni varie (tra cui quella del Duca di Monmouth). Un altro capitolo che descrive una delle probabili morte di un inglese del 17° secolo è la "morte criminale". Il titolo è ambivalente perchè descrive sia la morte per mano di un criminale, sia la morte stessa, al patibolo (o nelle altre modalità) di un criminale condannato. Le varie fattispecie criminose che prevedevano la morte all'epoca erano più di 200, quindi le esecuzioni erano all'ordine del giorno.
La parte centrale e finale del libro è quella che tratta degli eventi che accadevano poco prima e oltre la morte fisica del soggetto. Il "letto di morte" era ad esempio l'ultimo luogo in cui il moribondo poteva amministrare consigli, salutare conoscenti e parenti, dare ultime volontà ed esprimere desideri. Oggi è difficile immaginare un tale luogo, se non per persone molto anziane. La morte è un evento "rimosso" che spesso avviene in un luogo asettico come un ospedale.
Le procedure che occorrevano subito dopo la morte (analizzate dal punto di vista dei vari ceti sociali, dai re, nobili, ricchi, fino ai più poveri) sono l'oggetto del capitolo 5. In questo caso siamo di fronte alla preparazione del cadavere, alla sua sepoltura , alle bare. Il funerale invece occupa il capitolo 6, in cui viene narrato come questo rito era mutato proprio durante il secolo per via del differente atteggiamento verso la fede e anche per il progressivo distacco da vecchi riti "cattolici". Un capitolo interessante da un punto di vista dei paragoni più immediati con eventi recenti è quello dei funerali reali. Il 17° secolo vide morire la Regina Elisabetta I, Giacomo I, Carlo I (che fu decapitato) , Carlo II (con un funerale insolitamente molto modesto) e la Regina Anna. Allo stesso tempo, dall'altra parte della società vengono analizzate sepolture "non ortodosse", il che significa morti per suicidio, persone di fede differente da quella più diffusa (ovvero quella anglicana) e morti di malattia contagiosa, sepolti alla bell'e meglio.
Le volontà del defunto avevano anche un grande peso, forse maggiore di quello delle persone di oggi. Oltre al testamento il morto lasciava ai posteri altre istruzioni e spesso anche doni per ricordo, non sapevo ad esempio che vi fosse l'usanza di lasciare anelli in memoria del defunto. Allo stesso tempo spesso si facevano donazioni ai poveri e ai meno abbienti, il che garantiva una grande presenza ai funerali. Viene anche analizzato poi il cambio di gusti nei monumenti funerari, che sono quello che oggi contribuisce a perpetuare il ricordo di chi non c'è più.
Il libro di Norman tratta un tema certamente non molto allegro, ma lo fa con estremo rigore e appassionando il lettore. Molti usi sono ormai mutati, poichè è mutata la società e sopratutto il suo porsi verso la fede religiosa e la possibilità di un'aldilà, ma le testimonianze riescono a colpire per la loro umanità anche dopo secoli. Il libro di Norman risulta essere affascinante e pieno di informazioni.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.
Titolo: A History of Death in 17th Century England
Autore: Ben Norman
Pagine: 187
Nessun commento:
Posta un commento