mercoledì 24 febbraio 2021

Henry VIII in 100 Objects - The Tyrant King who had Six Wives di Paul Kendall

 Il libro di oggi è un tuffo nella storia di uno dei più importanti, affascinanti e terribili monarchi inglesi della storia: Enrico VIII. Il Re che "ebbe sei mogli" come recita il titolo del nostro libro, scritto da Paul Kendall è ovviamente una semplificazione, così come il termine tiranno (però bisogna dire che sia un termine abbastanza aderente alla forte personalità di Enrico). Il mezzo con cui esplorare questo monarca fa parte di una serie della Frontline Books che attraverso 100 oggetti significativi (il termine "oggetto" è molto figurato) esamina personalitàe periodi della storia. 

In questo caso bisogna presentare il nostro monarca, Enrico VIII, per chi non lo conoscesse. Secondo figlio di Enrico VII , ovvero il re che pose fine alla Guerra delle Rose e spazzò via la dinastia plantageneta sostituendola con quella Tudor , si trovò monarca nel 1509 alla morte di Enrico VII  per la morte del fratello maggiore Arthur venuto a mancare nel 1502.  Questo fratello maggiore , sposato a Caterina d'Aragona in una delle grandi alleanze matrimoniali dell'epoca oltre che l'eredità presunta del trono passò a Enrico VIII anche la moglie (previa dispensa papale), la prima delle sei. Il resto è abbastanza conosciuto, almeno a livello popolare. La mancanza di un erede maschio portarono Enrico a ripudiare e divorziare da Caterina e l'innamoramento verso Anna Bolena fece il resto. Qui inizia la parabola che discosta completamente Enrico da ogni regnante precedente e successivo, poichè il rifiuto e le resistenze della Chiesa Cattolica di funsero da pretesto per divorziare la Chiesa inglese da quella di Roma e portarla nell'ambito del protestantesimo allora nascente in Europa con la riforma luterana. Anche le seguenti regine non andarono incontro a una bella sorte con Anna Bolena e Catherine Howard, seconda e quinta moglie finite sul ceppo del boia. 

 E' ovvio che tutto ciò sia più complicato di così, e che Enrico, che può apparire a occhi superficiali come un despota ottuso e capriccioso fosse invece abbastanza intelligente, scaltro e incarnasse il modello del principe e sovrano rinascimentale in voga all'epoca. La ricerca di un erede maschio va vista sotto la luce dei precedenti conflitti volti a dare all'Inghilterra una stabilità di governo nel periodo della Guerra delle Due Rose. La paura di far ripiombare il paese in una guerra civile guidò molte delle sue scelte, ma sullo sfondo c'erano anche conflitti con altre nazioni, come la Francia, nemica storica. 

Il libro nei 100 oggetti sottolinea molti di questi aspetti, facendoci scoprire il velo popolare steso su Enrico. Molti sono gli oggetti dedicati ai castelli e ai palazzi della sua vita da Eltham (oggetto numero 2) alla Torre di Londra (4) , da Hampton Court (42) a St, James Palace (64). Oltre che questi edifici spiccano nel libro le abbazie e gli edifici religiosi soppressi, veri e propri scheletri a memoria di un tempo che fu come l'abbazia di Glastonbury (75) o Black Friar dove vi fu l'audizione per il divorzio da Caterina (41). La guerra fu anche una delle occupazioni principali del sovrano con la passione per il torneo (alcuni dicono che il suo carattere fosse causa dei troppi colpi infertigli in combattimento) come testimoniano gli oggetti numero 9 (un arazzo che ritrae un torneo in onore di Caterina) , 16 (elmetto da parata) , le sue armature (18,27) o l'arco, di cui si incoraggiava l'uso (19). 

Un'altra materia in cui Enrico fece fare progressi al suo paese fu la marina, di cui molti lo ritengono fondatore. Ai tempi non vi erano eserciti e marine stabili, ed Enrico si trovò all'inizio del suo regno con sole 5 navi. Alla fine del suo regno egli aveva lanciato le basi per il dominio dei mari che seguirono nei secoli posteriori costruendo 58 navi. Gli oggetti che illustrano bene questa sua passione sono i cantieri di Woolwich (10) la vetrata che ritrae la Henri Grace a Dieu (11) e ben 3 oggetti sono dedicati alla famosa Mary Rose recuperata all'inizio degli anni '80 del '900 (oggetti 8, 96,97). 

Un altro aspetto interessante del libro è la riproduzione di alcuni documenti ufficiali di estrema importanza quali l'Assertio Septem Sacramentorum ... (30) in cui un giovane (e cattolicissimo) Enrico si pose a difendere la Chiesa di Roma dalla eresia luterana. Altri documenti sono le Eltham Ordinances (34), il Trattato di Amiens (39), l'Atto di Supremazia (54) e il "Valor Ecclesiasticus" ovvero una specie di censo volto a calcolare le proprietà ecclesiastiche da confiscare (58). 

Non mancano i ritratti personali del sovrano fatti in varie fasi della sua vita , nel 1513, 1520, 1535, 1537 , che illustrano la progressione del monarca da giovane e imberbe a robusto e appesantito uomo maturo (oggetti 12,23, 59, 69). Allo stesso tempo possiamo ammirare tre delle sue regine , Anna di Cleves, la sua quarta moglie (ogg. 76) , Jane Seymour (pag. 112) , e Katherine Howard (pag. 274).

Infine la sorte dei suoi oppositori è un'altra parte importante del libro con gli oggetti dedicati a Tommaso Moro e al vescovo John Fisher (50, 57).

Che dire di più? Il periodo di governo di Enrico VIII coincise con una serie di cambiamenti epocali per l'Inghilterra. Fu anche , certamente un periodo terribile di esecuzioni e persecuzioni, che riecheggiava quello che si stava vivendo sul continente europeo dove la riforma e la controriforma avrebbero insanguinato l'Europa per i successivi 100 anni. I 100 oggetti scelti sono molto significativi perchè danno l'immagine di un monarca dinamico ma allo stesso tempo irrequieto, che però pose le basi per un effettivo dominio da parte dell'Inghilterra e la pose su un piano differente rispetto al resto d'Europa. 

Questo libro un'altra fantastica scelta per comprendere meglio la personalità di Enrico VIII. Pur non avendo la profondità di una sua biografia, il testo riesce a far ripercorrere al lettore le orme di questo grande e terribile monarca. 


Un grazie di cuore a Frontline Books per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: Henry VIII in 100 Objects - The Tyrant King who had Six Wives 

Autore: Paul Kendall

Pagine: 344

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Henry-VIII-in-100-Objects-Hardback/p/17282

























mercoledì 10 febbraio 2021

Britain and the Ocean Road - Shipwrecks & People 1297-1825 di Ian Friel

Il libro di oggi è un interessante sguardo all'evoluzione delle forze marittime inglesi e poi britanniche. Il libro di Ian Friel , storico marittimo, è parte di una serie che comprenderà anche un secondo volume ("Breakin Seas Broken Ships") , che seguirà la Royal Navy sino ai nostri giorni. 

Nel nostro volume invece la storia parte da molto lontano. Attraverso 8 capitoli, Friel narra l'evoluzione di quello che diventò il potere navale capace di stabilire e sopratutto difendere il più grande impero della storia, l'Impero Britannico. L'enfasi non è solamente su episodi bellici, anzi. Come dice il titolo , il libro è una storia di "relitti e di persone", più che di veri e propri scontri. Ma anche quelli non mancano, come la descrizione di scontri per la pesca dell'aringa tra zone dell'est dell'Inghilterra sul finire del 1200. Chi conosce un pò l'attualità sa come questi temi siano ancora caldi, nel Mediterraneo e in altre zone del globo. E' affascinante poi scoprire le rotte dei pellegrini nel 1400 (sia verso Santiago de Compostela che verso i più proibitivi porti della Terra Santa), o il destino della nave Regent (coeva della più famosa Mary Rose), nave del periodo di Enrico VIII.  

Il racconto prosegue attraverso l'affascinante (e sfortunato) viaggio delle prime navi della EIC (East India Company) nel 1600 e poi vi è un particolareggiato resoconto del destino di tre navi pirata di nome Resolution, racconto che smentisce alcuni clichè pirati (frutto di creazione narrativa e cinematografica) ma paradossalmente ne conferma molti altri! Gli ultimi tre capitoli ci portano all'epoca d'oro della marina britannica: il resoconto di una nave molto particolare, la Berwick, prima britannica, poi francese (ed è sotto tale bandiera che combatterà nell'apogeo della Royal Navy, Trafalgar) e poi , dopo la battaglia di nuovo britannica. La narrazione del traffico di schiavi con l'attenzione posta sul viaggio della nave negriera Eliza nel 1806 , poco prima che il traffico fu reso illegale. L'ultimo capitolo invece ci porta alla ricerca del passaggio a Nord Ovest 20 anni prima della famosa e sfortunata impresa di Franklin con la Erebus e la Terror. Qui viene descritto invece il viaggio (molto più fortunato almeno dal punto di vista delle perdite umane che furono solo 2) della Hecla e della Fury, nel 1825.

Raccontare le imprese marittime di varie navi lungo un arco temporale di circa 500 anni può sembrare dispersivo, ma il dr. Friel riesce sempre a tenere desta l'attenzione del lettore narrando le vicende di persone, delle loro speranze nell'andare per mare, del desiderio di conoscere nuovi luoghi o semplicemenre fuggire dalla povertà. E' abbastanza interessante anche la descrizione di come muta la tecnica navale, sia nella costruzione delle varie navi, sia nell'equipaggiamento di bordo, sia nelle tattiche militari. Siamo di fronte a un bel libro che narra episodi poco noti vicino ad altri molto più conosciuti (la Battaglia di Trafalgar del capitolo 6) e che merita di stare sugli scaffali di una libreria di appassionati di storia marittima e non.

Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: Britain and the Ocean Road - Shipwrecks & People 1297-1825 

Autore: Ian Friel

Pagine: 224

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Britain-and-the-Ocean-Road-Hardback/p/17972














giovedì 4 febbraio 2021

A History of Death in 17th Century England di Ben Norman

 Il libro che vi presento oggi rientra in un particolare ramo della storia, ovvero quello che attiene alla società in un determinato periodo. La storia sociale è sempre stata estremamente affascinante per i cambiamenti che nei secoli hanno riguardato usi e costumi delle persone. In questo caso però ci troviamo di fronte a una evenienza con cui tutto il genere umano, per la sua stessa natura , deve fare i conti ad un punto della vita: la morte. 

Nel libro che vi presento oggi la morte e l'atteggiamento delle persone verso di essa viene raccontata attraverso il punto di vista della società inglese tra l'inizio e la fine del 17° Secolo. 

Quel secolo che vide la fine della monarchia Tudor con la morte della grande Elisabetta I dopo un regno di ben 45 anni , e l'affermarsi della casata degli Stuart, fu anche il secolo in cui il contrasto tra il Parlamento e Re Carlo I Stuart arrivò all'imprevedibile (fino ad allora) esito della Guerra Civile. 

Ben Norman, storico all'Università di York, ci narra la morte in quel secolo pieno di eventi e che fa da ponte tra noi e il periodo che usciva dal medioevo prima e dal Rinascimento poi, un'epoca di forti contrasti religiosi e morali, nonchè vere e proprie guerre. Anni in cui la mortalità infantile era altissima, in cui l'aspettativa di vita era sicuramente molto più bassa dei nostri giorni e in cui la morte era compagna quotidiana delle vite delle persone di allora. 

Norman passa a descrivere attraverso testimonianze ben scelte la morte naturale, tra cui ovviamente si include (a differenza della nostra epoca in cui morte naturale è spesso definita la morte per vecchiaia solamente) la morte per malattia. In seguito si parla della morte violenta (e non solo visto lo stato delle cure mediche in ambito militare) in guerra. In questo caso il maggior conflitto che viene esaminato è ovviamente la Guerra Civile che insanguinò i tre regni, ma vi sono testimonianze anche delle varie guerre combattute sul mare contro gli olandesi e le ribellioni varie (tra cui quella del Duca di Monmouth). Un altro capitolo che descrive una delle probabili morte di un inglese del 17° secolo è la "morte criminale". Il titolo è ambivalente perchè descrive sia la morte per mano di un criminale, sia la morte stessa, al patibolo (o nelle altre modalità) di un criminale condannato. Le varie fattispecie criminose che prevedevano la morte all'epoca erano più di 200, quindi le esecuzioni erano all'ordine del giorno. 

La parte centrale e finale del libro è quella che tratta degli eventi che accadevano poco prima e oltre la morte fisica del soggetto. Il "letto di morte" era ad esempio l'ultimo luogo in cui il moribondo poteva amministrare consigli, salutare conoscenti e parenti, dare ultime volontà ed esprimere desideri. Oggi è difficile immaginare un tale luogo, se non per persone molto anziane. La morte è un evento "rimosso" che spesso avviene in un luogo asettico come un ospedale. 

Le procedure che occorrevano subito dopo la morte (analizzate dal punto di vista dei vari ceti sociali, dai re, nobili, ricchi, fino ai più poveri) sono l'oggetto del capitolo 5. In questo caso siamo di fronte alla preparazione del cadavere, alla sua sepoltura , alle bare. Il funerale invece occupa il capitolo 6, in cui viene narrato come questo rito era mutato proprio durante il secolo per via del differente atteggiamento verso la fede e anche per il progressivo distacco da vecchi riti "cattolici". Un capitolo interessante da un punto di vista dei paragoni più immediati con eventi recenti è quello dei funerali reali. Il 17° secolo vide morire la Regina Elisabetta I, Giacomo I, Carlo I (che fu decapitato) , Carlo II (con un funerale insolitamente molto modesto) e la Regina Anna. Allo stesso tempo, dall'altra parte della società vengono analizzate sepolture "non ortodosse", il che significa morti per suicidio, persone di fede differente da quella più diffusa (ovvero quella anglicana) e morti di malattia contagiosa, sepolti alla bell'e meglio. 

Le volontà del defunto avevano anche un grande peso, forse maggiore di quello delle persone di oggi. Oltre al testamento il morto lasciava ai posteri altre istruzioni e spesso anche doni per ricordo, non sapevo ad esempio che vi fosse l'usanza di lasciare anelli in memoria del defunto. Allo stesso tempo spesso si facevano donazioni ai poveri e ai meno abbienti, il che garantiva una grande presenza ai funerali. Viene anche analizzato poi il cambio di gusti nei monumenti funerari, che sono quello che oggi contribuisce a perpetuare il ricordo di chi non c'è più.

Il libro di Norman tratta un tema certamente non molto allegro, ma lo fa con estremo rigore e appassionando il lettore. Molti usi sono ormai mutati, poichè è mutata la società e sopratutto il suo porsi verso la fede religiosa e la possibilità di un'aldilà, ma le testimonianze riescono a colpire per la loro umanità anche dopo secoli. Il libro di Norman risulta essere affascinante e pieno di informazioni.

Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione. 

Titolo: A History of Death in 17th Century England 

Autore: Ben Norman 

Pagine: 187