Quando pensiamo alla storia di Roma sicuramente la nostra immaginazione va a Romolo, alle Guerre Puniche , ai personaggi dal grande carisma del I° Secolo a. C. come Giulio Cesare, Pompeo, Catone, Marco Antonio, Cicerone e Augusto. Poi se vogliamo guardare più avanti ci sono i primi secoli dell'Impero , con Traiano, Adriano, Marco Aurelio e Settimio Severo...ma la mente non va mai ad una figura poco conosciuta che vestì la porpora imperiale per pochissimo tempo tra le due ultime due figure citate. Eppure la storia di Pertinace, il protagonista del bel libro di oggi , scritto dal Dr. Simon Elliott e edito da Greenhill Books, è una storia da film quasi, una storia che merita di essere raccontata anche se forse qualche anno fa qualcuno ha pensato a questa figura per raccontare la storia (o almeno parte di essa) in un famoso film di Ridley Scott, "il Gladiatore".
Infatti la storia di Pertinace si inserisce cronologicamente parlando, tra la morte di Marco Aurelio, l'imperatore filosofo e quella di Settimio Severo, lambendo gli anni di follia di quell'altra figura pure citata nel film di Hollywood, quel Commodo che amava scendere nell'arena a combattere coi gladiatori, decapitando struzzi e uccidendo leoni e credendosi la reincarnazione di Ercole. Ma Pertinace è molto più di questo. Come dice il titolo la figura di questo imperatore è singolare per una serie di elementi. In primis per la sua origine, non certo "nobile". Egli è infatti figlio di un ex schiavo, "manumesso", ovvero liberato dal padrone e questo già rende Pertinace non certo agevolato nella scalata lungo il "Cursus Honorum" ovvero le cariche che andavano rivestite per raggiungere il vertice dell'amministrazione imperiale. Tuttavia un altro elemento rende la storia di Pertinace singolare, ovvero il fatto che egli è un grammaticus (un insegnante) fino all'età di 30 anni, quando sceglie di cambiare vita e diventare un militare così ottenendo una serie di posti (che Elliott documenta basandosi su fonti letterarie come Cassio Dione, la Historia Augusta e Erodiano, nonchè da fonti epigrafiche come l'Iscrizione di Bruhl) sempre più prestigiosi. Egli diventa una figura affidabile nell'amministrazione militare e civile rivestendo ruoli di primo piano e sempre più prestigiosi partendo dai gradini più bassi dell'organigramma militare sino a diventare governatore di alcune provincie e poi arrivando a essere Praefectus Urbi e quindi riavvicinandosi al centro di potere della Capitale. Tutto questo , sfidando la follia di Commodo, che aveva fatto il deserto facendo uccidere tutte le persone di fiducia di suo padre Marco Aurelio, tra cui c'era anche Pertinace, l'unico che per scaltrezza o forse perchè non percepito come una minaccia , era sopravvissuto. Siamo nel 193, quando Commodo viene assassinato perchè ormai fuori controllo. A Pertinace viene proposta la porpora, anche se non sappiamo se egli, da Praefectus Urbi (comandante di alcuni corpi militari posti nella città come i vigili) ha una parte nel complotto. Sicuramente non è facile affidarsi alle fonti che sono o scritte posteriormente (come la Historia Augusta) o di parte (Cassio Dione era un senatore vivente all'epoca ma ovviamente non è imparziale) , ma Elliott valuta ogni possibilità. Al tempo Pertinace ha quasi 70 anni (era nato nel 126) e per il tempo è una vecchiaia molto avanzata. Egli da imperatore molto probabilmente sa di non avere molto tempo e quindi si impegna subito a riformare lo stato, creandosi però i peggiori tra i nemici, quelli più vicini alla sua persona, i pretoriani. Questo corpo , istituito da Augusto e comandato da due figure (il doppio comando era per dividere compiti, responsabilità e non accentrare troppo potere in una sola figura), già in passato era stato l'ago della bilancia nella lotta per il potere. I Prefetti del Pretorio, ovvero i due comandanti di classe equestre, erano stati spesso portati alla ribellione e al complotto (si ricorda ad esempio Seiano, sotto Tiberio) o addirittura gli stessi pretoriani avevano agito. Accentravano un potere enorme e vivendo in città erano sempre al centro di intrighi e traffici. Essi erano stati viziati da Commodo con donazioni e privilegi e la sua morte li aveva mal disposti verso Pertinace che voleva ridurre il loro status e renderli più gestibili. Fu così che appena qualche mese dopo la sua accettazione della porpora, Pertinace va incontro ad una rivolta dei pretoriani...
Le ultime pagine del libro sono quelle più appassionanti, sia per le vicende storiche sia per lo stile con cui Elliott le racconta. Io ovviamente non le anticipo, ma pongo solo alcune riflessioni sul fatto che la morte di Commodo inaugura un anno che viene definito "dei 5 Imperatori" , riecheggiando il 69 d. C. in cui con la morte di Nerone vi fu l'anno "dei 4 imperatori". Il 193 portò alla ribalta uno dei più grandi riformatori e uno dei più carismatici imperatori della storia, Settimio Severo. Tuttavia Pertinace non va dimenticato poichè cercò di rimediare al caos che fu il governo di Commodo. Egli, forse ispirandosi agli antichi "mores" (costumi) della romanità cercò di aggiustare tutto e subito, perdendo subito il favore del Prefetto del Pretorio (unico al tempo) Emilio Leto (che era stato strumentale nelal caduta di Commodo) e dei pretoriani. Quello che successe dopo la morte di Pertinace fu forse uno dei punti più bassi dell'impero, con la porpora messa all'asta tra i migliori offerenti , ovvero chi pagava di più ogni pretoriano. Vinse Didio Giuliano su Flavio Sulpiciano (che era il suocero di Pertinace). Ma Settimio Severo, amico di Pertinace, si sta già muovendo dal suo governo in Pannonia...e così stanno facendo altri come Clodio Albino (in Britannia) e Pescennio Nigro (in Siria). Ma questa è un'altra storia.
Elliott ci introduce con il suo libro ad una figura che governò pochissimo ma che rimane nella storia per la sua vicenda umana e politica estremamente singolare. Egli era il modello di quell'uomo di governo che poteva rivestire diversi ruoli nell'amministrazione civile e militare del 2° secolo d. C. . Una amministrazione che Elliott tra l'altro spiega molto bene , fornendo il lettore con vari excursus anche cosciente di come si presentava l'amministrazione militare e civile nonchè descrivendo città come Londra (in cui Pertinace visse e amministrò da governatore) o la stessa Roma. Non vengono trascurati i costumi dell'epoca, in realtà ancora ancorati a quelli di una Roma più classica. Pertinace nella sua scalata (non sempre lineare, dato che si trovò anche esiliato) fa uso delle amicizie potenti della sua famiglia , con Lolliano Avito e Tiberio Claudio Pompeiano a fare da sponsor e protettori. Egli arriva a rivestire ruoli di primo piano e addirittura essere console due volte (sebbene non importante come ai tempi repubblicani questo era un incarico di prestigio assoluto). Esce così dalle ombre di chi venne prima (Marco Aurelio e Commodo) e chi venne dopo (Settimio Severo) una figura molto interessante nella prima biografia in lingua inglese. Un libro estremamente curato e ben ricercato che non mancherà di affascinare il lettore e lo storico.
Un grazie di cuore a Greenhill Books per avermi fornito il libro per la recensione.
Titolo: Pertinax - The Son of a Slave Who Became Roman Emperor
Autore: Dr. Simon Elliott
Pagine: 224
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Pertinax-Hardback/p/18015
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