Caio Giulio Cesare è un personaggio storico sul quale esistono migliaia e migliaia di libri. Molto è stato scritto già nel passato da storici classici e poi rielaborato attraverso lo studio psicologico fatto da grandi drammaturghi (su tutti Shakespeare).Sappiamo molto di lui eppure spesso alcuni aspetti del suo successo militare passano in secondo piano sebbene siano in piena luce. Il libro di oggi scritto dal trio di esperti storici Alexander Merrow, Agostino Von Hassell e Gregory Starace per la casa editrice Frontline Books ci presenta appunto questo aspetto: l'enorme intelligenza organizzativa di Giulio Cesare e la sua influenza sulle campagne che combattè nel corso della sua carriera militare.
Se pensiamo infatti al suo più grande successo non si può non riconoscere che dietro gli spostamenti in Gallia delle sue Legioni e delle forze ausiliarie ci voleva un immane sforzo logistico. Questo aspetto dell'arte della guerra, oggi pienamente riconosciuto era già allora un caposaldo del modo romano di combattere. All'organizzazione ferrea della Legione e della sua disciplina in battaglia faceva eco una rigorosa "coda logistica" che ne organizzava i movimenti. Già Mario 50 anni prima di Cesare aveva effettuato alcune riforme nell'ambito del "treno" logistico, alleggerendo i convogli e rendendo più autosufficienti i soldati romani con l'utilizzo di un attrezzo denominato "furca" che gli permetteva di portare maggior bagaglio così da evitare di farsi accompagnare da un maggior numero di bestie da soma. Su questa organizzazione si innestò l'ulteriore intelligenza nell'organizzazione portata da Cesare per le sue campagne in Gallia , nella Guerra Civile e in Africa.
Gli storici autori del libro attingendo ai testi classici (De Bello Gallico e De Bello Civile principalmente più alcuni trattati di arte militare posteriori alle imprese di Cesare) analizzano il comportamento del grande condottiero in relazione all'aspetto organizzativo del suo esercito.
Il libro non lascia nulla di inesplorato ponendo anche una particolare e originale attenzione sul cibo consumato dai soldati in campagna e alcune ricette (in realtà alcune più elaborate e degne di Apicio, famoso cuoco romano) riportate alla fine di ogni capitolo.
Vengono esaminati tutti gli aspetti, dal cibo per i soldati a quello per gli animali, dai movimenti della Legione con la costruzione dei vari campi di difesa, cosa che in realtà viene ancora fatta al giorno d'oggi in territorio ostile, al comando e alla suddivisione dei ruoli nell'organizzazione dell'approvvigionamento. Così scopriamo ad esempio che il "Quaestor" che secondo la tabella organizzativa e la legge romana era preposto a un ruolo di supervisore di questo importante compito, veniva spesso coinvolto in decisioni militari e Cesare ( almeno stando alla fonte principale, il "De Bello Gallico") in un'occasione nominò per gestire il rifornimento di cibo un certo Gaio Fufio Cita, cittadino romano di classe equestre e mercante (che molto probabilmente secondo Cesare poteva trattare meglio con i fornitori , sicuramente meglio di un nobile nominato "quaestor" e con poca esperienza pratica) .
Vengono poi analizzati altri aspetti della vita di campagna oltre al rifornimento dei beni essenziali da parte di un deposito centralizzato a gestione romana, e questi sono i tipici mezzi del saccheggio e della requisizione (ma non era insolito che i romani pagassero i loro rifornimenti).
Più spesso come possiamo dedurre dalla lettura del "De Bello Gallico" ad ogni tribù gallica sconfitta veniva aggiunta la misura di fornire grano all'esercito Romano.
Ma la genialità di Cesare era anche quella di non seguire un modello che sappiamo fosse in voga dalla fine delle Guerre Puniche ma riuscire ad improvvisare a seconda delle situazioni. Così vediamo che il suo intuito, il suo genio militare e perchè no , la sua fortuna ("Fortuna audaces iuvat!") gli facevano scegliere di fare a meno di molta della sua coda logistica in alcune campagne e di vivere sul terreno, sfruttando quello che poteva fornire il territorio conquistato privilegiando la velocità di spostamento e addirittura creando una categoria di soldati alleggeriti (rispetto alla media) chiamati "Expediti" che dovevano fungere da avanguardia e sorprendere il nemico.
Un interessante capitolo del libro, il numero 7 narra un parallelismo tra la campagna in Africa (per sconfiggere le forze pompeiane lì rifugiatesi) di Cesare e quella combattuta dalle forze angloamericane nel 1943, dopo lo sbarco dell'Operazione Torch in Nord Africa. Alcune interessanti considerazioni sorgono dal paragone.
Il libro è un interessante studio sull'esercito cesariano, la logistica romana che si avvaleva di un network di strade che veniva rappresentato sulle mappe dell'epoca con un'originale metodo spaziale (pensiamo per fare un esempio alla tavola Peutingeriana o a una comune mappa di una metropolitana affissa in ogni stazione) e che rendeva molto semplificato lo spostamento per linee interne delle truppe, ma sopratutto su un aspetto poco discusso dell'intelligenza militare di Gaio Giulio Cesare.
Il libro risulta piacevole e interessante anche se ovviamente per fruirne in modo più pieno è consigliata la consultazione costante dei testi classici cui si fa riferimento.
Un grazie di cuore a Frontline Books per avermi fornito il libro per la recensione.
Titolo: Caesar's Great Success - Sustaining the Roman Army on Campaign
Autori: Alexander Merrow, Agostino Von Hassell & Gregory Starace
Pagine: 154
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Caesars-Great-Success-Hardback/p/17318
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