Le Guerre dei Tre Regni come è recentemente stata rinominata in modo credo appropriato quella che era la Guerra Civile Inglese furono quella serie di conflitti che insanguinarono le isole britanniche a metà del 17° secolo, portando con se' i lutti e le divisioni di quell'epoca segnata dal più grande conflitto del secolo, la Guerra dei Trent'Anni. I motivi per cui scoppiarono questi conflitti sono molteplici e in una prima fase posero di fronte il Re d'Inghilterra contro il Parlamento. Tuttavia dopo la vittoria del Parlamento e il processo e la decapitazione del Re , le guerre continuarono cambiando alleanze e mettendo contro nuovi protagonisti. Nella fase trattata dal libro che vi presento oggi basta dire che gli scozzesi, un tempo alleati che condividevano le battaglie dei vicini britannici per quanto riguarda l'opposizione a una religione imposta dal Re, ora invece, nel 1650, si trovavano ad appoggiare il nuovo Re d'Inghilterra,Carlo II, figlio del defunto, o meglio, giustiziato, Carlo I. Questo cambio di alleanze era dovuto a motivi nazionalistici, ma anche di libertà religiosa. Carlo II infatti aveva firmato infatti un patto con i "Covenanters" scozzesi per imporre la dottrina religiosa di questi (presbiteriani) sia agli scozzesi che agli inglesi. E' ironico che proprio il rifiuto di Carlo I di firmare lo stesso patto propostogli anni prima fu ciò che portò ad una serie di eventi che segnò la sua fine e la consegna alle forze parlamentari e al boia.
E' qui, dopo l'appoggio degli scozzesi a Carlo II che inizia il nostro libro, con la battaglia di Dunbar del 3 settembre 1650. Il libro scritto da due storici, John Sadler e Rosie Serdiville descrive la battaglia che ebbe luogo vicino quel piccolo centro della Scozia orientale, e che vide contrapporsi Oliver Cromwell comandante le forze inglesi e David Leslie quelle scozzesi(sebbene si discuta se alla campagna abbia partecipato anche l'anziano comandante, il Conte di Leven). Lo scontro che appariva quasi disperato per gli inglesi li vide trionfare e fare circa 10.000 prigionieri che vennero fatti marciare verso sud. E' proprio su questo aspetto che si concentra l'ottimo libro edito da Pen&Sword, ridando voce a quelle storie anche se non direttamente. Purtroppo nel 17° secolo era lontana la memorialistica di campagne militari che fiorirà più di un secolo dopo durante le Guerre Napoleoniche. Se disponiamo di tantissime voci che ci descrivono ad esempio la ritirata di La Coruna del 1809, non si può dire altrettanto di testimonianze del periodo trattato dal libro. Il diffuso analfabetismo fa si che anche i sopravvissuti, pochi, di quei 10000 che marciarono verso sud e giunsero a Durham, città sede vescovile del nord dell'Inghilterra, dove furono stipati nella cattedrale, ridotta a enorme prigione, sono rimasti senza una voce che potesse descrivere quel viaggio di 6 giorni, affamati, infreddoliti e in gran parte malati. In soccorso degli storici però vengono altre marce simili della storia, come quelle che videro il trasferimento di prigionieri alleati dai campi in cui erano stipati verso occidente, per sfuggire all'avanzata sovietica nella Seconda Guerra Mondiale. Bisogna dire che la similitudine nel trattamento, nelle esperienze è abbastanza credibile. Il ritrovamento, a causa di lavori compiuti in anni recenti nella città di Durham di una fossa comune contenente individui che sono quasi certamente quei prigionieri deceduti dopo quella marcia, aggiunge una nuova dimensione al racconto di quel dramma. Un'altra, senza dubbio molto più emozionante eredità di quei prigionieri, o meglio dei sopravvissuti tra quei prigionieri arriva dal fatto che molti di quelli che uscirono vivi dalla Cattedrale di Durham, furono deportati come lavoro forzato in America, e lì si riscattarono, guadagnandosi la libertà con il lavoro e formando famiglie che ancora oggi sono orgogliose della propria eredità. I racconti, tramite i registri disponibili negli archivi dei piccoli centri del Massachussets, del Connecticut, del Maine e di altri stati originari delle colonie americane nel Nuovo Mondo, restituiscono un po' del carattere di quei formidabili coloni "forzati". Strappati alla Scozia con la forza, trovarono una loro fortuna producendo discendenti che oggi si appassionano alle loro storie e sono orgogliosi di questi loro avi. I discendenti di George Darling per esempio o di William Forbish (o Forbes, i nomi spesso venivano scritti in modo diverso a seconda di come li si pronunciava). A tal proposito i discendenti hanno creato un sito internet che cura la memoria e traccia le varie discendenze dai prigionieri portati in America con alcune navi come la "Unity".
Questa storia affascinante, se da una parte ci fa pensare a quanti caddero in quella battaglia, e sopratutto in quella "marcia della morte" verso sud, persone senza nome abbandonate al lato della strada, finite per misericordia, oppure trascinatesi fino a Durham per morire in agonia in una fredda cattedrale, ma ci fa anche pensare a tutti quelli che ce l'hanno fatta a tutti gli uomini e donne che devono la loro vita alla voglia di vivere di un loro antenato che pur avendo vissuto tutta la brutalità della guerra, della prigionia e della deportazione è riuscito a guadagnarsi la libertà e la vita per sè e per i suoi discendenti.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.
Titolo: Cromwell's Convicts - The Death March from Dunbar 1650
Autori: John Sadler e Rosie Serdiville
Pagine: 190
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Cromwells-Convicts-Hardback/p/17093
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