Il libro che recensisco oggi ci narra delle vicende dei popoli che incrociarono la strada della potente Roma nel suo percorso verso il dominio del mondo mediterraneo ed europeo. In questo libro, infatti, Dyck ci porta con una serie di capitoli che potrebbero essere letti separatamente come dei brevi saggi, a conoscere fatti e personaggi dei popoli barbari che nei secoli sconfissero (bloccando temporaneamente quell'avanzata del mondo romano) e furono sconfitti dai romani. Era il 390 a.C. quando una Roma forte a livello locale ma non ancora arrivata al picco di potenza nella penisola italica che conseguì dopo le Guerre Puniche veniva battuta al fiume Allia e saccheggiata poi da Brenno e dai suoi Galli Senoni. In quella sconfitta cui seguì il famoso detto "Vae Victis" (Guai ai vinti) ci furono i semi di una paura dei popoli barbari (gallici nel caso specifico) che si insinuò nella psiche romana. Quei feroci guerrieri, alti un palmo di più dei romani ,coperti di tatuaggi e che spesso combattevano nudi, infatti erano visti come oggi vedremmo un alieno. Allo stesso tempo però i romani trovarono le contromisure contro questi e altri popoli che si trovarono di fronte, a dimostrare l'adattabilità del pensiero bellico romano che copiava anche le armi e le tattiche belliche avversarie. Così infatti ottennero una delle armi maggiormente associate al legionario romano, ovvero il Gladius Hispanensis, che era prerogativa dei celtiberi di Viriato, sconfitti dopo tanta fatica. I popoli barbari non erano solo difensori delle loro terre, ma a volte erano anche precursori di spostamenti in masse enormi (che avrebbero caratterizzato le invasioni barbariche dei secoli di declino dell'Impero Romano), così apprendiamo da Dyck dell'invasione dei Cimbri e dei Teutoni, stoppata da Mario all'inizio del I° sec. a.C. . E poi l'invasione della Gallia, con le moltitudini di tribù soggiogate da Cesare, che gli valsero la fama e il destino che si era scelto. Gli Elvezi, i Belgi terribili e coraggiosi. E poi Alesia e Vercingetorige che si piega dopo una strenua lotta per l'indipendenza delle popolazioni galliche. Il libro termina poi con il massacro di Teutoburgo in cui Varo fu tradito da Arminio e massacrato insieme alle sue legioni, un altro profondo solco posto sull'avanzata della conquista romana. Un solco che però a differenza di altri non fu momentaneo ma tracciò quasi un punto dove fermarsi, coi romani che si orientarono altrove, verso nord (Britannia) e verso est per portare le loro conquiste. Questo libro, come scritto sopra, è di agile lettura. Ogni tema trattato può essere letto indipendemente perchè lo stile è piacevole e non appesantito, anche se la bibliografia disponibile alla fine del volume dimostra che l'autore è stato un ottimo ricercatore di fonti antiche e moderne.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.
Titolo: The Roman Barbarian Wars - The Era of Roman Conquest
Autore: Ludwig Heinrich Dyck
Pagine: 238
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/The-Roman-Barbarian-Wars-Hardback/p/7918
Nessun commento:
Posta un commento