L'istituzione più longeva della nostra storia occidentale o almeno una delle più longeve, senza dubbio è la Chiesa di Roma o Chiesa Cattolica, con a capo, come guida spirituale il Pontefice o Papa. Nato come puro e semplice potere spirituale, poi come comunità organizzata di fedeli, il potere del Papa si diede un connotato territoriale grazie ad un noto falso noto come "La Donazione di Costantino" con cui si asseriva che l'Imperatore che emanò l'editto di tolleranza verso i cristiani avesse accompagnato questa decisione epocale con una donazione di territori che sarebbero stati governati dal Papa. In realtà il potere temporale del Papa, molto più recente del suo primigenio potere spirituale (contestato sin dai primi secoli anche quello!), ha avuto sin da subito bisogno della forza per affermarsi. L'indagine del libro pubblicato da Pen&Sword e condotta da John Carr verte appunto sulla storia delle forze armate (spesso molto piccole) che hanno coadiuvato il potere del Papa sui suoi territori. Spesso questa forza era demandata alle fazioni cittadine di Roma, espressione di famiglie nobili o meno nobili che si affermavano per un periodo più o meno lungo della storia. Altre volte, molto più spesso il conflitto fu tra le forze del Papa e quelle dell'Imperatore, conflitto che anch'esso si protrasse per svariati anni. Alla fine, il Papa che si avvaleva spesso, come detto, di una o più famiglie (che poi però tenevano in ostaggio il Conclave o eleggevano un loro candidato) della nobiltà romana, dovette arrivare alla conclusione che serviva una forza sempre presente e super partes, ovvero la Guardia Svizzera. Questa forza fu quasi annientata dalle forze imperiali nel Sacco di Roma del 1527, in cui la stessa città fu messa a ferro e fuoco e lo stesso istituto del Papato messo seriamente in dubbio. Tuttavia come molte altre volte nei secoli, il Papato sopravvisse a queste crisi temporali o spirituali (i papi del Rinascimento furono pessimo esempio dal punto di vista della cura delle anime ma anche un segno di rinnovamento del potere temporale , se pensiamo alle conquiste di Papa Borgia tramite suo figlio Cesare o al suo successore Giuliano Della Rovere che era un vero e proprio Papa guerriero) e si riaffermò con prepotenza anche negli anni posteriori nella formazione della Lega Santa che trionfò a Lepanto (1571). Tuttavia la nascita dei moderni stati nazionali spinti da Re di grande forza e volontà (come ad esempio l'accentratore Re Luigi XIV di Francia ) fece perdere sempre più quel potere morale che poneva la parola del Papa come un deterrente per ogni azione dei vari sovrani. Già si era perso il mondo protestante e l'Inghilterra con lo scisma anglicano, poi le idee illuministiche ridussero la considerazione per il potere spirituale e quello temporale a quello che fu alla fine dei suoi giorni nel 1870, pochi territori e Roma al suo centro. Il potere spirituale come detto era anche in crisi con le nuove idee giacobine. Tuttavia nelle ultime fasi del suo governo, il Papa, a differenza dei precedenti secoli, formò un esercito, anche abbastanza valido ed efficiente grazie ai volontari di Pio IX, ultimo Papa Re. Questi, provenienti da paesi cattolici e non, si battevano contro la volontà del popolo e del monarca italiano Vittorio Emanuele II che voleva fare di Roma la propria capitale. Le ultime azioni furono proprio nelle guerre di Indipendenza Italiane o del Risorgimento. E nel 1870, i bersaglieri italiani, conquistando Roma, ridussero lo Stato Pontificio ad un ricordo (più tardi nacque lo Stato del Vaticano).
Il libro di Carr affronta 2000 anni di storia con grande semplicità e piacevolezza nella lettura. Devo dire che nella sua prosa rivedo lo stile che fu di J.J. Norwich per la sua bellissima trilogia su Bisanzio. Non è facile affrontare decenni di questioni complicate, con al centro il Papa ed il suo governo in 306 pagine, ma Carr ci riesce. Devo dire che da italiano, la storia degli ultimi Papi, quelli coincidenti con il nostro Risorgimento la conosco a memoria, e anche per uno storico italiano che la vuol riassumere non è così semplice. Carr riesce invece di rendere spedita la narrazione e di far diventare avvincente il suo racconto. Ovviamente i Papi, come da titolo, non si avvalsero solo della forza, anzi, diciamo che nel loro governo, per necessità questo aspetto fosse minoritario rispetto alla diplomazia. Diplomazia che li portò a pacificare sovrani e a indire crociate o, come nel caso di Lepanto, creare leghe per combattere minacce esterne. Oggi il Papato è un organismo che risente del potere mediatico più o meno pronunciato dell'individuo che indossa la tiara, alcuni Papi sono più popolari, forse immeritatamente, altri che invece hanno avuto più meriti nel rilanciare la Fede vengono visti come poco mediatici. La Guardia Svizzera però continua ad esistere e a svolgere il suo precipuo compito militare di salvaguardia della persona del pontefice, con armi, e non solo preghiere o appelli alla pace nel mondo. Che dire di più, un libro molto bello, su un argomento poco dibattuto, e che spingerà il lettore a sapere di più sui Papi e sulla loro storia.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.
Titolo: The Pope's Army - The Papacy in Diplomacy & War
Autore: John Carr
Pagine: 306
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/The-Popes-Army-Hardback/p/16348
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giovedì 25 luglio 2019
sabato 20 luglio 2019
Apollo 11 - The Moon Landing in Real Time di Ian Passingham
Oggi (20 luglio 2019) ricorrono i 50 anni dall'allunaggio del team composto da Buzz Aldrin e Neil Armstrong (John Collins era sulla navetta che orbitava intorno alla luna ed aspettava il ritorno dei primi due). Sappiamo tutto su quella storia, sappiamo spesso anche più di quanto dovremmo sapere (le teorie complottiste!) o almeno, crediamo di sapere. Il libro di cui parlo invece sceglie un approccio diverso a quella fantastica avventura che conosciamo appunto come "Sbarco sulla Luna". Il libro, curato da Ian Passingham ed edito da Pen&Sword History infatti scegli di arrivare a quel grandioso evento del 20 luglio 1969 per gradi, attraverso le notizie dell'epoca. E' facile guardare ad un evento senza i timori di quelle che furono le settimane e i mesi precedenti. Il senno di poi ci fa vedere quella passeggiata sulla luna come...una passeggiata. Ma immaginatevi nel 1969, in quei mesi in cui fu dato l'annuncio che la missione Apollo 11 sarebbe stata indirizzata verso la Luna e che sarebbero sbarcati degli uomini sul nostro satellite. Le notizie, elencate giorno per giorno vanno dalle semplici nozioni aneddotiche fino a quelle che appaiono vere e proprie rivelazioni di come sarà lo sbarco. E' curioso rileggere col senno di poi quanti piccoli dubbi c'erano sull' "insetto" ovvero il modulo di allunaggio che poi diventerà famoso quanto gli astronauti stessi. All'epoca appariva così fragile ma con lo studio dello staff enorme della NASA ogni piccolo particolare di quel veicolo era stato testato. E' interessante notare in quei piccoli brandelli di notizia quante curiosità erano state vagliate dai giornalisti, come il fatto ad esempio che la madre di Aldrin da nubile si chiamasse "Moon". O come Collins fosse nato a Roma! Il cammino di avvicinamento a quel giorno della partenza (Mercoledì 16 Luglio) e a quello dello sbarco (Domenica 20 Luglio) è costellato di piccole notizie sullo stato dei preparativi, sulle sensazioni degli astronauti stessi. Ma anche di piccole e strane curiosità come la morte di un cittadino turco che sovraeccitato ebbe un attacco di cuore perchè pensava che con questo passo il genere umano si sarebbe distrutto. Oppure la prospettiva di stabilire delle colonie lunari dal 1978! E come la presero i soldati in Vietnam, l'altro grande "tema" di quegli anni? Orgoglio in molti casi, ma anche la percezione che qualcosa non andava se si spendevano tutti quei soldi per portare l'uomo sulla Luna e non riportare quei giovani americani a casa o risolvere i tanti problemi sociali degli USA. Tutto questo era quel luglio di 50 anni fa e questo libro ce lo fa riassaporare senza filtri, senza peana (come fatto da altri) e da un punto di vista giornaliero e con tante sfaccettature e punti di vista che ricalcano le tante opinioni su un evento che comunque è forse il più importante del 20° Secolo. Un libro che consiglio a tutti.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito questo magnifico libro per la recensione.
Titolo: Apollo 11 - The Moon Landing in Real Time
Autore: Ian Passingham
Pagine: 267
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Apollo-11-Hardback/p/16366
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito questo magnifico libro per la recensione.
Titolo: Apollo 11 - The Moon Landing in Real Time
Autore: Ian Passingham
Pagine: 267
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Apollo-11-Hardback/p/16366
mercoledì 17 luglio 2019
Following in the Footsteps of OLIVER CROMWELL - A Historical Guide to the Civil War di James Hobson
Il libro di oggi fa parte di una serie edita da Pen&Sword History che segue le orme di personaggi famosi della storia britannica. In questo caso abbiamo uno dei 10 britannici più importanti della storia (fonte BBC-2002) secondo un sondaggio di qualche anno fa: Oliver Cromwell. A dire il vero, pur essendo cattolico (anche se non molto praticante), devo dire che Cromwell mi ha sempre affascinato . In questo libro, scritto dall'ottimo James Hobson, grande esperto di Guerra Civile Inglese, seguiamo l'uomo che divenne plenipotenziario di una delle più importanti nazioni della storia (e che secondo molti , secondo l'autore, ed anche secondo me, pose le basi per quel dominio sui mari che caratterizzò i due secoli successivi) dalle sue origini umili, non completamente plebee, ma sicuramente senza molte carte valide da giocare in società. Lo seguiamo, capitolo per capitolo e sezione per sezione (sono 4, divisione estremamente intelligente che parte da "Nobody" - Nessuno - "Somebody" - Qualcuno - "Everybody" - Tutti - "A Body" - Un Corpo), nella sua lenta ascesa da uomo di mezza età (per l'epoca avere 40 anni, ti poneva nei progetti terreni quasi a pensare alla tomba) fino a Lord Protettore d'Inghilterra, dopo aver vinto due Guerre Civili, aver cambiato completamente idea sulla Monarchia, aver condannato a morte un Re, rifiutato una Corona per aver poi comunque un potere ancora maggiore di quello del Re stesso che aveva scalzato. Il libro, con il solito piglio intelligente di Hobson, analizza la figura di Oliver Cromwell nel passare degli anni, e nei suoi trasferimenti. Lo scopo del libro, in fondo è quello di farci ripercorrere i passi, sia veri e propri che ideali, psicologici per quanto possibile, del protagonista. Un uomo, Cromwell, che come tutti all'epoca ed in quell'epoca segnata da conflitti religiosi e guerre fatte in nome della fede, che non camminava solo sulla terra, ma in compagnia della divinità, che gli parlava e che ne piegava e dettava le azioni. Una forma mentis che per noi è difficile comprendere e che ha fatto di Cromwell forse uno dei personaggi storici più utilizzati da tutto la gamma di idee politiche e sociali che si sono susseguiti dopo la sua morte. Forse l'eredità maggiore di Cromwell sta nella sua ambiguità, nel suo essere difficilmente interpretabile secondo gli schemi del suo tempo, ma facilmente appropriabile dalle varie tendenze politiche. Sta in questo la sua fluttiazione di popolarità presso i posteri: vilificato nella Restaurazione di Carlo II, rivalutato pian piano per la moralità e l'impronta militare data alla Gran Bretagna, esaltato in epoca Vittoriana, di nuovo visto con sospetto nel 20° secolo, come paradigma e precursore del totalitarismo. Cromwell era più complicato di queste valutazioni ex post, o forse Cromwell era solo un uomo semplice che si seppe fare interprete di istanze che erano tipiche della società? James Hobson approfondisce quanto basta per non stancare, il suo libro è sempre piacevole e la voglia di girare pagina rimane sempre alta. I capitoli finali che analizzano la percezione mutevole e immutevole (Cromwell indubbiamente si macchiò di crimini che oggi lo farebbero condannare da una Corte dell'Aia, ma allora erano quasi prassi militare) di quello che fu sono appunto la summa di un bel libro che non può mancare nelle librerie degli appassionati di storia, non solo militare ma anche politica. Una piccola menzione va fatta però per le belle analisi riguardanti i film che lo hanno ritratto ("Cromwell" del 1979 e "To Kill a King" del 2003) e che servono da stimolo per conoscere di più su questa figura, pur non essendo la perfezione (anche se devo dire, fuori dal tema, che Alec Guinness per me è un grandioso Carlo I in "Cromwell") e per il capitolo dedicato alla testa di Cromwell, che caduta dallo spuntone (e con lo spuntone) su cui era stata posizionata come monito per i regicidi dopo l'esecuzione post mortem del cadavere del Lord Protettore, visse una vita propria fatta di peregrinare, mostre, dubbi e infine nel 1960 una sepoltura riservata.
Titolo: Following in the Footsteps of OLIVER CROMWELL - A Historical Guide to the Civil War Autore: James Hobson
Pagine: 151
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Following-in-the-Footsteps-of-Oliver-Cromwell-Paperback/p/16344
Altri libri di James Hobson recensiti sul blog:
https://omneignotopromagnifico.blogspot.com/2019/04/the-english-civil-war-fact-and-fiction.html
Titolo: Following in the Footsteps of OLIVER CROMWELL - A Historical Guide to the Civil War Autore: James Hobson
Pagine: 151
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Following-in-the-Footsteps-of-Oliver-Cromwell-Paperback/p/16344
Altri libri di James Hobson recensiti sul blog:
https://omneignotopromagnifico.blogspot.com/2019/04/the-english-civil-war-fact-and-fiction.html
lunedì 8 luglio 2019
The Roman Barbarian Wars - The Era of Roman Conquest di Ludwig Heinrich Dyck
Il libro che recensisco oggi ci narra delle vicende dei popoli che incrociarono la strada della potente Roma nel suo percorso verso il dominio del mondo mediterraneo ed europeo. In questo libro, infatti, Dyck ci porta con una serie di capitoli che potrebbero essere letti separatamente come dei brevi saggi, a conoscere fatti e personaggi dei popoli barbari che nei secoli sconfissero (bloccando temporaneamente quell'avanzata del mondo romano) e furono sconfitti dai romani. Era il 390 a.C. quando una Roma forte a livello locale ma non ancora arrivata al picco di potenza nella penisola italica che conseguì dopo le Guerre Puniche veniva battuta al fiume Allia e saccheggiata poi da Brenno e dai suoi Galli Senoni. In quella sconfitta cui seguì il famoso detto "Vae Victis" (Guai ai vinti) ci furono i semi di una paura dei popoli barbari (gallici nel caso specifico) che si insinuò nella psiche romana. Quei feroci guerrieri, alti un palmo di più dei romani ,coperti di tatuaggi e che spesso combattevano nudi, infatti erano visti come oggi vedremmo un alieno. Allo stesso tempo però i romani trovarono le contromisure contro questi e altri popoli che si trovarono di fronte, a dimostrare l'adattabilità del pensiero bellico romano che copiava anche le armi e le tattiche belliche avversarie. Così infatti ottennero una delle armi maggiormente associate al legionario romano, ovvero il Gladius Hispanensis, che era prerogativa dei celtiberi di Viriato, sconfitti dopo tanta fatica. I popoli barbari non erano solo difensori delle loro terre, ma a volte erano anche precursori di spostamenti in masse enormi (che avrebbero caratterizzato le invasioni barbariche dei secoli di declino dell'Impero Romano), così apprendiamo da Dyck dell'invasione dei Cimbri e dei Teutoni, stoppata da Mario all'inizio del I° sec. a.C. . E poi l'invasione della Gallia, con le moltitudini di tribù soggiogate da Cesare, che gli valsero la fama e il destino che si era scelto. Gli Elvezi, i Belgi terribili e coraggiosi. E poi Alesia e Vercingetorige che si piega dopo una strenua lotta per l'indipendenza delle popolazioni galliche. Il libro termina poi con il massacro di Teutoburgo in cui Varo fu tradito da Arminio e massacrato insieme alle sue legioni, un altro profondo solco posto sull'avanzata della conquista romana. Un solco che però a differenza di altri non fu momentaneo ma tracciò quasi un punto dove fermarsi, coi romani che si orientarono altrove, verso nord (Britannia) e verso est per portare le loro conquiste. Questo libro, come scritto sopra, è di agile lettura. Ogni tema trattato può essere letto indipendemente perchè lo stile è piacevole e non appesantito, anche se la bibliografia disponibile alla fine del volume dimostra che l'autore è stato un ottimo ricercatore di fonti antiche e moderne.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.
Titolo: The Roman Barbarian Wars - The Era of Roman Conquest
Autore: Ludwig Heinrich Dyck
Pagine: 238
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/The-Roman-Barbarian-Wars-Hardback/p/7918
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.
Titolo: The Roman Barbarian Wars - The Era of Roman Conquest
Autore: Ludwig Heinrich Dyck
Pagine: 238
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/The-Roman-Barbarian-Wars-Hardback/p/7918