Le guerre e gli stravolgimenti politico e sociali del I° secolo a. C. hanno meritato innumerevoli libri, film, opere teatrali e letterarie. Nel microcosmo popolato dai personaggi di quel secolo ci sono tutti gli ingredienti della politica dei successivi 2000 anni. Perchè un altro libro? Perchè è il modo di raccontare che varia col tempo, che ci fa vedere quella storia di Roma, attraverso quei decenni di rivolte, guerre fratricide e di conquista in una luce diversa e allo stesso tempo eterna. Le vicende di Mario e Silla, le Guerre Sociali (in cui in un caso più unico che raro nella storia delle popolazioni lottarono per far parte di una comunità e non per separarsene) , la Rivolta di Spartaco, la Cospirazione di Catilina e poi i molto più conosciuti eventi riguardanti l'affermazione di Cesare come dominus della politica romana (insieme alla stella al tramonto di Pompeo e alle sfortunate vicende di Crasso a Carre) attraverso la conquista della Gallia e poi (con l'attraversamento del Rubicone) con le guerre civili che si susseguirono fino all'emergere di Ottaviano come primo imperatore sono un qualcosa che affascina chi legge e chi scrive, e lo faranno fino alla fine dei tempi. In questo testo, chiaro e pieno di informazioni, Chrystal dall'alto dei suoi studi classici fa un uso molto vasto di testimonianze dell'epoca attraverso scrittori latini e dissemina il libro di validissime citazioni. E addirittura, secondo me la ciliegina sulla torta di un libro estremamente godibile per la narrazione degli eventi è l'ultimo capitolo, narrante l'impatto sociale e letterario degli eventi di quel primo secolo. Attingendo pienamente alle fonti classiche e a scrittori che vissero in quel secolo pieno di eventi e subito dopo, Chrystal cerca di farci entrare nella forma mentis di quell'epoca, da un punto di vista sociale e letterario. Attraverso le descrizioni delle vite e delle opere di alcuni autori egli traccia un profilo di quello che voleva dire essere un romano dell'epoca, con tutti i cambiamenti che già si profilavano. Infatti il Mos Maiorum, le tradizioni degli antichi padri, che segnavano una via da percorrere e imitare, veniva più spesso tradito, affiorava un certo pacifismo in alcuni autori che discettavano di amore e non di guerra in contrapposizione forse alla troppa violenza che aveva permeato quella società. Il capitolo è cibo per la mente e getta diversi semi per delle riflessioni su quella società e sulla percezione che abbiamo. Non mancava il fatto, come in ogni conflagrazione bellica che lascia strascichi pesanti sulle generazioni seguenti, che ci fosse una certa voglia di dimenticare, di non toccare più quelle passioni che avevano portato romani a combattere altri romani: "optima civilis belli defensio oblivio est" ("la miglior difesa di una guerra civile è dimenticare"). Senza dubbio una umanissima reazione. Il libro è forse convenzionale nella narrazione degli eventi, ma l'approccio è di grandissimo livello. Un plauso anche alla scelta delle fonti iconografiche che ho apprezzato particolarmente. Un libro di grande valore.
Un grazie di cuore a Pen&Sword Books per avermi concesso il libro per la recensione.
Titolo: Rome - Republic into Empire
Autore: Paul Chrystal
Pagine:243
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Rome-Republic-into-Empire-Hardback/p/15921
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sabato 29 giugno 2019
domenica 23 giugno 2019
The Reign of Emperor Gallienus - The Apogee of Roman Cavalry di Ilkka Syvanne
In questo libro, edito da Pen&Sword e scritto dallo storico finlandese Ilkka Syvanne viene esaminata la biografia e gli eventi relativi alla vita dell'imperatore del terzo secolo Gallieno.
Il libro si distingue per l'originalità del tema, dato che l'imperatore Gallieno non è uno dei più noti imperatori della storia, tanto quanto per le intuizioni dell'autore che coinvolge il lettore nelle sue tesi, ragionando in modo molto coinvolgente sui molti punti oscuri della biografia dell'imperatore.
Costui era figlio del più famoso imperatore Valeriano, noto presso i posteri perchè fu l'unico imperatore romano catturato in battaglia (alcuni dicono con l'inganno) dal re dei persiani Shapur (o Sapore per dirlo in italiano) . Proveniente da una famosa gens romana (la gens Licinia, il suo nome completo era infatti "Publio Licinio Egnazio Gallieno") salì al trono in un periodo , il terzo secolo, in cui l'Impero Romano incontrò vari periodi di crisi e di divisione. Salito al trono col padre Valeriano nel 253, si trovò sin da subito ad affrontare una serie di problemi economici e di invasioni di varie tribù quali Goti, Franchi, Marcomanni, Quadi, Roxolani etc. che sfruttavano la porosità delle frontiere romane, in seguito riorganizzate molto più efficacemente proprio da Gallieno. Fungendo da pompiere in questi primi anni di governo col padre, Gallieno si spostava a contrastare le forze degli invasori con discreto successo. Tuttavia non era solo la forza a far stare tranquille queste tribù, ma anche una intelligente politica di "appeasement", tra le quali rientrò lo sposare una principessa dei Marcomanni di nome Pipa (o Pipara) nonostante fosse già sposato con una romana di nome Salonina. Questo fu uno dei motivi per il quale questo imperatore fu visto come punto di rottura con la tradizione, insieme alla politica di ridimensionamento del Senato, in quegli anni molto forte (grazie a delle decisioni prese in una delle tante crisi). Questa politica di ridimensionamento passava per il destinare alcuni posti pubblici, fino ad allora appannaggio della classe senatoriale, alla più flessibile e "amica" classe equestre. Gallieno si trovò ad affrontare anche molte usurpazioni di potere tra cui quelle di Ingenuo, Regaliano, Postumo, Aureolo in occidente, Macriano Maggiore, Macriano Minore, Quieto e Ballista in oriente insieme ad altri veri o presunti. In quesi tempi viveva anche il formidabile Odenato di Palmira. Allo stesso tempo va dato atto a Gallieno di aver riformato l'esercito in senso di una maggiore mobilità, grazie all'importanza data alla cavalleria (anche qui cercò di affidare i comandi alla classe equestre invece di quella senatoriale) e quindi diminuendo l'importanza della molto meno mobile fanteria, regina delle battaglie fino ad allora. Queste riforme e l'importanza data alla cavalleria si pensa che fossero già in uso dai tempi di Decio che basava le sue difese del confine in profondità. Gallieno era mal visto dai tradizionalisti per molti motivi, come detto anche quello di aver sposato una barbara e di aver dimostrato scarsa attività quando Valeriano, suo padre, fu catturato da Sapore. Tuttavia dobbiamo tenere presente che le fonti sono simpatetiche al Senato, quindi non proprio favorevoli a colui che ne ridimensionò e di molto il potere effettivo. Da questo punto di vista Syvanne, oltre a tanti spunti interessanti nel suo libro, aggiunge uno che io trovo molto valido, ovvero l'uso delle fonti e nello specifico la Historia Augusta. Questa serie di testi e biografie, scritte da vari autori, è da molti studiosi ritenuta "un falso", poichè non si hanno , di molti eventi, dei testi che ne possano confermare, in un ideale confronto, la veridicità. Tuttavia l'autore non si sente di eliminare questa fonte, dato che spesso, per molti eventi, è l'unica fonte e ragionando per logica, questo non vuol dire che sia inventata. Allo stesso modo l'autore fa un uso molto valido della monetazione come fonte. Va detto che ai tempi, la propaganda, veniva esercitata proprio attraverso la monetazione, dato che era il modo più rapido per promuovere una figura sia che fosse un imperatore o un usurpatore. Per concludere il libro è estremamente prezioso dal punto di vista iconografico, con una scelta di riproduzioni di monete e bassorilievi uniti alle interpretazioni stesse dell'autore di statue e rilievi, tutti colorati con i colori sgargianti che una volta rivestivano questi manufatti. A mio avviso è un bellissimo libro che indaga sulla vita e le opere di un imperatore sottovalutato dal "grande pubblico" ma che merita di essere conosciuto per il suo lascito militare e storico.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito questo bel libro per la recensione.
Titolo: The Reign of Emperor Gallienus - The Apogee of Roman Cavalry
Autore: Ilkka Syvanne
Pagine: 212
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/The-Reign-of-Emperor-Gallienus-Hardback/p/15681
Il libro si distingue per l'originalità del tema, dato che l'imperatore Gallieno non è uno dei più noti imperatori della storia, tanto quanto per le intuizioni dell'autore che coinvolge il lettore nelle sue tesi, ragionando in modo molto coinvolgente sui molti punti oscuri della biografia dell'imperatore.
Costui era figlio del più famoso imperatore Valeriano, noto presso i posteri perchè fu l'unico imperatore romano catturato in battaglia (alcuni dicono con l'inganno) dal re dei persiani Shapur (o Sapore per dirlo in italiano) . Proveniente da una famosa gens romana (la gens Licinia, il suo nome completo era infatti "Publio Licinio Egnazio Gallieno") salì al trono in un periodo , il terzo secolo, in cui l'Impero Romano incontrò vari periodi di crisi e di divisione. Salito al trono col padre Valeriano nel 253, si trovò sin da subito ad affrontare una serie di problemi economici e di invasioni di varie tribù quali Goti, Franchi, Marcomanni, Quadi, Roxolani etc. che sfruttavano la porosità delle frontiere romane, in seguito riorganizzate molto più efficacemente proprio da Gallieno. Fungendo da pompiere in questi primi anni di governo col padre, Gallieno si spostava a contrastare le forze degli invasori con discreto successo. Tuttavia non era solo la forza a far stare tranquille queste tribù, ma anche una intelligente politica di "appeasement", tra le quali rientrò lo sposare una principessa dei Marcomanni di nome Pipa (o Pipara) nonostante fosse già sposato con una romana di nome Salonina. Questo fu uno dei motivi per il quale questo imperatore fu visto come punto di rottura con la tradizione, insieme alla politica di ridimensionamento del Senato, in quegli anni molto forte (grazie a delle decisioni prese in una delle tante crisi). Questa politica di ridimensionamento passava per il destinare alcuni posti pubblici, fino ad allora appannaggio della classe senatoriale, alla più flessibile e "amica" classe equestre. Gallieno si trovò ad affrontare anche molte usurpazioni di potere tra cui quelle di Ingenuo, Regaliano, Postumo, Aureolo in occidente, Macriano Maggiore, Macriano Minore, Quieto e Ballista in oriente insieme ad altri veri o presunti. In quesi tempi viveva anche il formidabile Odenato di Palmira. Allo stesso tempo va dato atto a Gallieno di aver riformato l'esercito in senso di una maggiore mobilità, grazie all'importanza data alla cavalleria (anche qui cercò di affidare i comandi alla classe equestre invece di quella senatoriale) e quindi diminuendo l'importanza della molto meno mobile fanteria, regina delle battaglie fino ad allora. Queste riforme e l'importanza data alla cavalleria si pensa che fossero già in uso dai tempi di Decio che basava le sue difese del confine in profondità. Gallieno era mal visto dai tradizionalisti per molti motivi, come detto anche quello di aver sposato una barbara e di aver dimostrato scarsa attività quando Valeriano, suo padre, fu catturato da Sapore. Tuttavia dobbiamo tenere presente che le fonti sono simpatetiche al Senato, quindi non proprio favorevoli a colui che ne ridimensionò e di molto il potere effettivo. Da questo punto di vista Syvanne, oltre a tanti spunti interessanti nel suo libro, aggiunge uno che io trovo molto valido, ovvero l'uso delle fonti e nello specifico la Historia Augusta. Questa serie di testi e biografie, scritte da vari autori, è da molti studiosi ritenuta "un falso", poichè non si hanno , di molti eventi, dei testi che ne possano confermare, in un ideale confronto, la veridicità. Tuttavia l'autore non si sente di eliminare questa fonte, dato che spesso, per molti eventi, è l'unica fonte e ragionando per logica, questo non vuol dire che sia inventata. Allo stesso modo l'autore fa un uso molto valido della monetazione come fonte. Va detto che ai tempi, la propaganda, veniva esercitata proprio attraverso la monetazione, dato che era il modo più rapido per promuovere una figura sia che fosse un imperatore o un usurpatore. Per concludere il libro è estremamente prezioso dal punto di vista iconografico, con una scelta di riproduzioni di monete e bassorilievi uniti alle interpretazioni stesse dell'autore di statue e rilievi, tutti colorati con i colori sgargianti che una volta rivestivano questi manufatti. A mio avviso è un bellissimo libro che indaga sulla vita e le opere di un imperatore sottovalutato dal "grande pubblico" ma che merita di essere conosciuto per il suo lascito militare e storico.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito questo bel libro per la recensione.
Titolo: The Reign of Emperor Gallienus - The Apogee of Roman Cavalry
Autore: Ilkka Syvanne
Pagine: 212
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/The-Reign-of-Emperor-Gallienus-Hardback/p/15681
mercoledì 5 giugno 2019
Decoding the Bayeux Tapestry - The Secrets of History's Most Famous Embroidery Hidden in Plain Sight di Arthur C. Wright
L' Arazzo di Bayeux è un manufatto storico di estremo valore che documenta l'invasione da parte di Guglielmo (detto Il Conquistatore) dell'Inghilterra governata da Aroldo.
Tutti più o meno conosciamo la storia, il 1066 e tutto ciò che comportò. Molto di quello che conosciamo è stato plasmato proprio da questo manufatto e dalle immagini che per tutti, più o meno, rappresentano un mondo, quello medioevale, strano e frainteso.
Ma quello che conosciamo di questo arazzo è stato analizzato profondamente? In questo libro, edito da Frontline Books e scritto da Arthur C. Wright, l'autore prova a fare chiarezza esaminandolo sequenza dopo sequenza. Quello che ne scaturisce è altamente illuminante, almeno per me.
L'autore parte da una considerazione: quello che si vede nei margini è sempre stato considerato un abbellimento, un riempitivo, decorazioni senza molto senso. Non è così. Ognuno dei tre linguaggi usati ha un significato ed è pronto a trasmettere un messaggio se si trovano le giuste chiavi per decodificarlo. Abbiamo infatti tre linguaggi, dei quali due sono abbastanza espliciti, ovvero le immagini di ciò che succede e la descrizione degli eventi in un latino abbastanza comprensibile e basilare. Ma l'autore cerca di analizzare le immagini dei bordi, superiori ed inferiori che riportano animali mitici e non. La sua narrazione di questi margini è estremamente interessante e viene accoppiata con gli eventi principali. Ogni animale che sia mitico o no, rappresenta qualcosa, anche se non sempre è possibile decodificare cosa. Tuttavia molte delle idee espresse a mio avviso sono rivoluzionarie per l'interpretazione o la reinterpretazione di questo manufatto. Ad esempio trovo molto interessanti le interpretazioni delle figure (non solo animali ma anche uomini) che appaiono nei margini, come ad esempio i pesci legati, che associano lo svolgersi di parte dell'azione principale in un periodo che è proprio quello dei Pesci (20 febbraio - 19 marzo) o come altro esempio degli uomini che svolgono lavori agricoli per definire il periodo dell'anno corrispondente a quel compito di importanza capitale per un'economia agricola. Altre volte la decrittazione si fa più speculativa, come nel caso degli animali mitici come la viverna o il parandro (ma un glossario è disponibile alla fine a riassumere tutte le caratteristiche di questi animali tratti dai bestiari dell'epoca) . Altre volte gli animali invece definiscono il luogo dell'azione (lo sbarco a Pevensey , sulla costa meridionale dell'Inghilterra e posto lagunare è delimitato da fenicotteri e anatre. Insomma, secondo me una interpretazione che analizza tutto l'arazzo e non solo una parte. Molto è quello che si da' per scontato dell'arazzo, come il fatto che sia francese di produzione quando in realtà è inglese e creato da inglesi (non normanni! da inglesi e quindi dai perdenti di quel fatto storico) : anche su questo punto le teorie di Wright , alla fine del testo sono molto intelligenti, anche se non voglio anticipare nulla.
Per quanto riguarda la commissione dell'arazzo si pensa che sia stato voluto dal fratellastro di Guglielmo il Conquistatore, il vescovo Oddone di Bayeux, e il suo ruolo, nonchè la sua presenza, è palesemente esaltato nel manufatto. Ne manca una parte finale, e molto probabilmente questa è alla base della caduta in disgrazia (o comunque è collegata) del vescovo. Egli frodò le tasse del regno e per questo fu punito. Tuttavia alla morte del fratellastro Guglielmo fece ritorno in Inghilterra e poi morì durante il viaggio per la Prima Crociata, venendo seppellito a Palermo. L'autore evidenzia anche il ruolo del futuro Re Aroldo nella prima parte dell'arazzo, indagando sugli eventi che lo portarono a trovarsi alla corte di Guglielmo che lo raggirò facendolo giurare su delle sacre reliquie. Un'altra figura esaminata è Eustachio di Boulogne, anch'egli presunto committente del manufatto, anch'egli nobile che cercò con una ribellione di sovvertire l'ordine stabilito da Guglielmo.
L'autore, come detto, analizza in questo libro di 175 pagine i tre atti in cui è diviso l'arazzo. Nonostante sia molto meticoloso nel riprodurre le scene salienti dell'opera e di descriverle minuziosamente, io raccomando di seguire il racconto anche qui : http://www.hs-augsburg.de/~harsch/Chronologia/Lspost11/Bayeux/bay_tama.html . Credo che questo testo sia imprescindibile per chi vuole scoprire qualcosa su un'opera su cui crede di sapere tutto. Io avevo letto alcuni libri sull'argomento e vivendo nel Sud Italia trovo attorno a me continue tracce di quegli uomini fantastici che furono i normanni. Ma riguardo all'arazzo spesso il fraintendimento è stato nel considerare gli autoctoni come una razza inferiore rispetto ai superuomini normanni che li soggiogarono. Non era così ed anche in questo libro Wright spiega il perchè. L'Arazzo di Bayeux e il Domesday Book sono opere che devono molto all'organizzazione e alla visione del mondo del popolo anglosassone. Questo libro è un must per chiunque voglia guardare le cose da un'altra prospettiva.
Un grazie di cuore a Frontline Books e Pen&Sword Books per avermi fornito questo fantastico libro per la recensione.
Titolo: Decoding the Bayeux Tapestry - The Secrets of History's Most Famous Embroidery Hidden in Plain Sight
Autore: Arthur C. Wright
Pagine: 175
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Decoding-the-Bayeux-Tapestry-Hardback/p/16023
Tutti più o meno conosciamo la storia, il 1066 e tutto ciò che comportò. Molto di quello che conosciamo è stato plasmato proprio da questo manufatto e dalle immagini che per tutti, più o meno, rappresentano un mondo, quello medioevale, strano e frainteso.
Ma quello che conosciamo di questo arazzo è stato analizzato profondamente? In questo libro, edito da Frontline Books e scritto da Arthur C. Wright, l'autore prova a fare chiarezza esaminandolo sequenza dopo sequenza. Quello che ne scaturisce è altamente illuminante, almeno per me.
L'autore parte da una considerazione: quello che si vede nei margini è sempre stato considerato un abbellimento, un riempitivo, decorazioni senza molto senso. Non è così. Ognuno dei tre linguaggi usati ha un significato ed è pronto a trasmettere un messaggio se si trovano le giuste chiavi per decodificarlo. Abbiamo infatti tre linguaggi, dei quali due sono abbastanza espliciti, ovvero le immagini di ciò che succede e la descrizione degli eventi in un latino abbastanza comprensibile e basilare. Ma l'autore cerca di analizzare le immagini dei bordi, superiori ed inferiori che riportano animali mitici e non. La sua narrazione di questi margini è estremamente interessante e viene accoppiata con gli eventi principali. Ogni animale che sia mitico o no, rappresenta qualcosa, anche se non sempre è possibile decodificare cosa. Tuttavia molte delle idee espresse a mio avviso sono rivoluzionarie per l'interpretazione o la reinterpretazione di questo manufatto. Ad esempio trovo molto interessanti le interpretazioni delle figure (non solo animali ma anche uomini) che appaiono nei margini, come ad esempio i pesci legati, che associano lo svolgersi di parte dell'azione principale in un periodo che è proprio quello dei Pesci (20 febbraio - 19 marzo) o come altro esempio degli uomini che svolgono lavori agricoli per definire il periodo dell'anno corrispondente a quel compito di importanza capitale per un'economia agricola. Altre volte la decrittazione si fa più speculativa, come nel caso degli animali mitici come la viverna o il parandro (ma un glossario è disponibile alla fine a riassumere tutte le caratteristiche di questi animali tratti dai bestiari dell'epoca) . Altre volte gli animali invece definiscono il luogo dell'azione (lo sbarco a Pevensey , sulla costa meridionale dell'Inghilterra e posto lagunare è delimitato da fenicotteri e anatre. Insomma, secondo me una interpretazione che analizza tutto l'arazzo e non solo una parte. Molto è quello che si da' per scontato dell'arazzo, come il fatto che sia francese di produzione quando in realtà è inglese e creato da inglesi (non normanni! da inglesi e quindi dai perdenti di quel fatto storico) : anche su questo punto le teorie di Wright , alla fine del testo sono molto intelligenti, anche se non voglio anticipare nulla.
Per quanto riguarda la commissione dell'arazzo si pensa che sia stato voluto dal fratellastro di Guglielmo il Conquistatore, il vescovo Oddone di Bayeux, e il suo ruolo, nonchè la sua presenza, è palesemente esaltato nel manufatto. Ne manca una parte finale, e molto probabilmente questa è alla base della caduta in disgrazia (o comunque è collegata) del vescovo. Egli frodò le tasse del regno e per questo fu punito. Tuttavia alla morte del fratellastro Guglielmo fece ritorno in Inghilterra e poi morì durante il viaggio per la Prima Crociata, venendo seppellito a Palermo. L'autore evidenzia anche il ruolo del futuro Re Aroldo nella prima parte dell'arazzo, indagando sugli eventi che lo portarono a trovarsi alla corte di Guglielmo che lo raggirò facendolo giurare su delle sacre reliquie. Un'altra figura esaminata è Eustachio di Boulogne, anch'egli presunto committente del manufatto, anch'egli nobile che cercò con una ribellione di sovvertire l'ordine stabilito da Guglielmo.
L'autore, come detto, analizza in questo libro di 175 pagine i tre atti in cui è diviso l'arazzo. Nonostante sia molto meticoloso nel riprodurre le scene salienti dell'opera e di descriverle minuziosamente, io raccomando di seguire il racconto anche qui : http://www.hs-augsburg.de/~harsch/Chronologia/Lspost11/Bayeux/bay_tama.html . Credo che questo testo sia imprescindibile per chi vuole scoprire qualcosa su un'opera su cui crede di sapere tutto. Io avevo letto alcuni libri sull'argomento e vivendo nel Sud Italia trovo attorno a me continue tracce di quegli uomini fantastici che furono i normanni. Ma riguardo all'arazzo spesso il fraintendimento è stato nel considerare gli autoctoni come una razza inferiore rispetto ai superuomini normanni che li soggiogarono. Non era così ed anche in questo libro Wright spiega il perchè. L'Arazzo di Bayeux e il Domesday Book sono opere che devono molto all'organizzazione e alla visione del mondo del popolo anglosassone. Questo libro è un must per chiunque voglia guardare le cose da un'altra prospettiva.
Un grazie di cuore a Frontline Books e Pen&Sword Books per avermi fornito questo fantastico libro per la recensione.
Titolo: Decoding the Bayeux Tapestry - The Secrets of History's Most Famous Embroidery Hidden in Plain Sight
Autore: Arthur C. Wright
Pagine: 175
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Decoding-the-Bayeux-Tapestry-Hardback/p/16023